Scritto da © Franco Pucci - Lun, 20/06/2011 - 20:03
Aspre di more di gelso e di lamponi acerbi colate
come false lacrime disseccate al sole dell’ipocrisia
rosse di ribes straniate da passi frettolosi sul cuore.
[stempero crudamente con le dita questa tavolozza]
Alieno da setole lucenti intingo entrambe le mani
nel zuccherino e colorato impasto, violento la tela
e mentre t’imbratto l’anima prosciugo il tuo amore.
[succhiandolo, come novizia falena imbrattatele,
la dolce arroganza muta venefica in acido colore]
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