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blog di Franco Pucci

Pag. 99

Era una bella storia.
 
Surreale, ben scritta, avvincente.
La mano sfogliava le pagine del libro
bevendo avidamente le parole 
che scorrevano veloci sotto le sue dita.
 
…pag. 99
 

Quando saprai il nome

Quando saprai il nome ragazzo mio, ricordalo
perché ti lascerò un piolo e il martello adatto
conterai i passi, le gambe parranno di piombo,
però avrai mano sicura e cuore per piantarlo.
 
Io non potrei altrimenti, ho cammino incerto

Sale sulla coda in una confusione d'ali

            È tornata
 
Ha il sorriso ironico e tagliente
di chi conosce la strada
e sa dove posare le valigie.
 
            solo per una settimana,

Surreale paranoia euclidea

[ho conservato i buchi delle ciambelle,
verranno buoni per quelle riuscite male]
 
Sono un segmento e mi sento un poligono,
solo un inizio e una fine, ma è già qualcosa.
Non circoscrivo un'area, sto tra due punti

Gelosie verde scuro

gelosie.jpg
Conosco questa casa.
 
È appuntamento di ogni notte,
quando il sogno prende forma
e l’anima si acquieta vincendo
la nausea e le muffe del passato.
 
            Il portone di legno pesante,

Così, la vita

È solo un accidente, 
un inciampo di lettere 
che si sovrappongono, 
una dieresi inespressa 
oppure un’interiezione 
vagante nel periodo?
 
Probabilmente è solo 
il malcelato preavviso

Auguri senza tempo

            è tempo, festeggerò
 
oggi l’esser madre
della mia compagna,
atteso che i figli
ne abbiano memoria
e raccontino ai cuccioli
sparsi per la casa
 

55 - Ti ricordi di me?

-Ti ricordi di me?-
 
Un viso , una voce…gli occhi!
Gli occhi, lo sguardo,
le intenzioni espressive
disegnano dentro di me un profilo.
Colori, suoni, pezzetti di immagine
dapprima lentamente

Sospetti d'azzurro

Guardo l’isola attraverso le parole
e ne leggo il mare come cartolina,
grande magia nei racconti siciliani
le oniriche invenzioni di Camilleri.
 
Affacciato alla terrazza di un sogno
contemplo un infinito leopardiano

Acido lisergico

Aspre di more di gelso e di lamponi acerbi colate
come false lacrime disseccate al sole dell’ipocrisia
rosse di ribes straniate da passi frettolosi sul cuore.
 
[stempero crudamente con le dita questa tavolozza]
 

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