blog di Franca Figliolini

Un giorno, in quella stanza, un piccolo topo.
Due giorni dopo, un serpente.

 

Il quale, vedendomi entrare,
con una frustata ha mosso la lunga striscia del suo
corpo sotto il letto,
arrotolandosi poi, come un docile animale domestico.

 

come andremo da una parte all'altra
della valle
nuda, le cosce spalancate dei monti che s'offrono
alla penetrazione dell'acqua,
come?
non siamo gente da costruire ponti

 

oh, non andiamo, stiamo
: sono qui,
i capelli sciolti neri sulle spalle,

*
Ascolta, lo sguardo non è nudo
ha in sé la forza del verbo
:
        il tendine delle foglie segue
        la carne che le ruba il nuovo cielo
        che l'assottiglia la lega al ferro che viene

per imperscrutabili motivi
un giorno
potrei vederti arrivare
: inclinerei la testa
e strizzerei gli occhi miopi
scrutando con cautela la sagoma sfocata

 

tutte le linee convergerebbero a te
fulcro inessenziale e inopinato

 

Oh mio caro, se fossi qui lo vedresti
: il dibattersi delle ali
che smuove gli alberi
la corsa dei caprioli
la muta urlante
l’assurdo fragore dei colpi

 

E su tutto l’austera planata del nibbio
indifferente e splendido

 

la notte ha una sua natura di culla
angoli morbidi in cui rifugiarsi
braccia avvolgenti / corpo
oh, il corpo rilucente come
un richiamo d'essenza

 

dove sei? dove sei? io
sono qui
in questo innegabile sempre
che ci divide, glauco cielo
d'estate piena