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blog di Bruno Amore

S.O.S.

I crateri, i canyons, numerosissimi su tutto il pianeta tanto da cambiarne l'aspetto, praticati nel terreno per asportarvi quel minerale verdino, così prezioso da rimuovere una montagna di calcare per poche pietruzze di materiale, vanno – a mano a mano – riempiendosi di spuria, l’elemento gassoso, pesante, che aleggia qualche metro sulla superficie e fa da schermo ai raggi micidiali di Balum, per cui sui tavolieri, di giorno il calore e le radiazioni sono insopportabili, persino a coloro che sono protetti da lucenti corazze.

Desiderio & piacere

 
E' lui che muove
il sole e l’altre stelle
il desiderio
ch’è anche dolore infinito e
del tutto quasi mai si appaga placa
e sempre abbisogna d’anestetico.
Che non ha fronte o nuca
campo o spazio ma tutto cale
nell'amore il desio o di successo il brio
oro e fortuna destino e certezza
s’hanno da liquefare almeno.
Nulla in realtà aiuterà
a farlo cessare acquietarlo ora
quando risorge c'è l’ansia
di combatterlo ancora.
C’è da far cessare la pena
stare abbandonati nel non dolore
in deliquio nel piacere negativo
con una spada in mano
e tutto intorno oblio.

Creazione

 
Ad occhi chiusi ho modellato
il tuo sembiante nell’anima mia
e se scultore domani fossi
d’incanto inventerei l’opera
più bella dai tempi di Fidia.
Che per le vene scorre l’amore
che ti porto da sempre perché
da sempre mi sei nella mente
madre sorella sposa amante
compagna virile della mia vita
ancora insulsa poiché non ho
il giusto marmo pietra metallo
per farti come desidero.
 

Terre ... lontane.

 
cara m'è sempre quella strada stretta
corre giù per gli scoscesi groppi
polverosa sassosa.
causa di mille escoriazioni
coi fiori scombinati ai bordi
che nessuno coglie ma coglieva
e prode selvatiche d'erbe saporite.
contorti ulivi a rami sempreverdi
per dondolare uccel di passo
oppure domestici canterini
a rispondere dalle gabbie appese
alle scorzate mura lì a lato
della finestra dove il geranio
fa dei suoi fiori bella mostra.
suoni del vespro ancor dalla chiesetta
unica squilla antica più del campanaro
solitario testimone
più per la vecchiezza
che per il ricordo dei radi praticanti
che manco sanno non c'è l'officiante
ormai è sera.
 

Il mio e il tuo

 
canta pure del tuo amore sublime
dagli occhi chiari dai capelli intonsi
quello che ha petali per labbra
usignoli nella voce piume le mani
a carezzarti a sparger fiori per te.
lasciami sopprimere il mio
che delle mie ferite fu l'autore
ci pose sopra fin caustico il sale
per cui con un nonnulla
viepiù il cuore risanguina.
vola felice all'agape sopra l'eliso
di parole soavi e dolci sorrisi
riempiti il cappello che mille e mille
chicchi di bene augurante riso
copriranno la strada del tuo avvio.
lasciami posare il mio nel giusto avello
che se non lo perdo lo scordo
a questa mancanza non avrò appello.
 

Non accadrà.

non accadrà ch'io possa
amare ancora
quegli occhi d'ossidiana
distogli dai miei che non cadrò
in quel pozzo di tenebra muliebre
che sta dietro alle tue ciglia.
non sentirò rabbrividir la schiena
quando lieve vorrai accarezzarmi
fremendo baciarmi dove vuoi
e se anche spendessi tutte le mie forze
nello spampanare la tua rosa
nello stremare il libito che mi rubi
veriddio non accadrà che t'ami
che domani tu
vai già via.

Tu senza me

non sei nessuno eppure
ogni giorno sei qui a far la spesa
compri cianfrusaglie
come facezie lazzi baci e abbracci
nulla che valga più d'un centesimo
eppur ti piace sperperare
gettare insensatamente
accartocciare laide voglie
insieme a fremiti di passione
con dolci note di mielato sogno
nulla che regga il confronto
d'un velato canto d'amore che si
t'arriva appena alla caviglia sottile
ma che riempie l'aria d'una melica dolce
d'etereo senso che fa di te
quello che non sei e non saresti mai
senza me.

L'autunno e l'inverno.

 
Torna che nessuno parte
vieni e lascia tutti
l’aria piena risuona
di dolce musica
la nostra nostalgia.
Non ti assopire
perderai senso non contare
che il tempo è solo convenzione.
Le mie grandi mani
hanno carezze attese
desiderate non gli negare
il fragile tenero tuo corpo
ch'è tuttavia guaina lieve
dell’acciaio temprato
che sei.
L’autunno e l’inverno
hanno pure colori e calori
intimamente godibili.
Non temere di cadere
che il falco sa di dover volare.

Ho un cuore femmina.

 
M'è diventato femmina
il cuore che mi batte in petto
s'apre freme ad ogni alito di vita nuova
e sente profumi lievi d'amore
accelera su un'alba o un tramonto
langue al pianto d'un neonato
al lagno d'un vecchio solo
s'allarga ad ogni sorriso
e carezza che mi sfiora
gongola se le attenzioni
di lei dritte lievi sorprendono
la mia fantasia o il sogno
sento che se lo tradissi ora
s'ucciderebbe.
 

Amarsi

 
Ormai non hai
che da parlare
per farmi male
non hai che da tacere
per farmi soffrire
non hai che andare via
per farmi piangere.
Ma non cercarmi più
in questa vita vuota ora
in questo mondo
ancorché vacuo
andrò solo e nudo
come nato
a cercare un posto nuovo
dentro un cuore caldo
che come me facile ami
e complice si lasci amare.

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