Perfezione di schiavo (Vibeke's contest - Il tocco di una dea)
Eskil stava irrimediabilmente per venire. Svigorito da una cinquantina di minuti di furente battaglia erotica con la sua Padrona, durante la quale aveva elargito il suo liquido seminale al pavimento già un paio di volte, sentiva che era giunto il momento d'eiaculare per la terza volta - ed auspicava ultima, per quel giorno. Aumentò la cadenza dei movimenti penetratori e, nonostante cominciasse a sentire gli adduttori indolenziti a causa di alcune contrazioni irregolari nei movimenti, riuscì a condurre in porto l'orgasmo senza particolari apprensioni.
- Mmh, sì, è stato bello! - canzonò implacabilmente Lady Malene.
- Perchè mi fa questo? - chiese Eskil, col tono candido d'un infante.
- Fare cosa? - ridacchiò beffarda la Padrona.
- Lei sa cosa... - sussurrò afflitto l'uomo.
Eskil poteva essere tranquillamente considerato l'uomo più bello di Stavanger. Alto un metro ed ottantacinque, dalla muscolatura armoniosa e flessuosa, aveva una chioma corvina lucida che gli lambiva i lobi delle orecchie per andare a sfociare ai lati della nuca, e degli occhi verdi che parevano malachite vitrea perpetuamente estratta dai giacimenti dello Zambia.
Per diversi anni era stato un infaticabile dongiovanni. D'altronde, non era un'attività che gli risultava particolarmente ostica, dato che di donne propense a penzolare ai suoi piedi al minimo schiocco di dita ne trovava parecchie, a Stavanger come altrove.
Il problema è che quel modus vivendi non era quello che desiderava lui. Condannato all'appariscenza da un'avvenenza inesorabile, l'unica voglia reale che gli era rimasta era quella d'instaurare rapporti con un'impronta tangibilmente asessuata.
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La calciatrice (Vibeke's contest - Il tocco di una dea)
L’annata calcistica volgeva verso la metà del suo corso, e dai risultati conseguiti poteva già evincersi che per il Fredrikstad FK quella sarebbe stata una stagione di transizione, sia per la sezione maschile, sia per quella femminile. Le ristrettezze economiche in cui versava la società, ed alcuni cambi in corsa in seno ai suoi quadri dirigenti, avevano destabilizzato le rispettive squadre, creando un clima di tensione latente all’interno degli spogliatoi, tensione acuita dalla mancanza di risultati sul terreno di gioco.
Noi della femminile oscillavamo da inizio campionato fra un anonimo ottavo posto ed un ancor più scialbo decimo posto, e sussistevano tutti i presupposti per preconizzare un simile piazzamento al termine del torneo.
Mi recavo agli allenamenti sempre più controvoglia. Avevo già incassato troppi gol nelle partite ufficiali, e nei nostri schemi difensivi si creavano puntualmente delle falle che non riuscivamo a tappare. Leggi tutto »
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Le libertine di Oslo (Vibeke's contest - Il tocco di una dea)
Tutte le principali città della Norvegia hanno almeno un festival metal all’anno di proporzioni medio-grosse. In effetti, la Scandinavia intera potrebbe essere la patria del metal, se non avesse una popolazione così limitata numericamente. Per consolarci, abbiamo un sottogenere esclusivamente dedicato a noi, il viking metal. Del quale, manco a dirlo, sono una fan sfegatata.
Solo ad Oslo, però, si può trovare una serata a cadenza regolare che riunisca tutte le perversioni del genere umano. Una serata nella quale il dolore inferto si mescoli allo sfreno più selvaggio, una serata nella quale i crepitii di corpi che si donano vicendevolmente orgasmi vengano sopraffatti e soggiogati dagli impervi tumulti di bassi, casse e batterie, una serata nella quale le maschere ed i costumi della carne mettano incessantemente in scena la finzione dell’animo umano, una serata nella quale le voci delle proprie divinità musicali avallino e sublimino l’amore fra due ed il fare all’amore fra molteplici.
La chiamano unione delle culture underground. Il fatto è che per unire culture underground, sarebbe d’uopo che ciascuna di esse anelasse all’unione con le altre. Cosa che, puntualmente, non avviene.
Era da parecchi mesi che non c’andavo. Non per mia volontà. A causa delle circostanze della vita. Leggi tutto »
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