Scritto da © Alexis - Mar, 29/06/2010 - 08:14
Viandante fra i flutti
E girovago
come viandante fra i flutti
di un tempo mai trascorso,
di terre disabitate,
piene soltanto di quel respiro
come viandante fra i flutti
di un tempo mai trascorso,
di terre disabitate,
piene soltanto di quel respiro
»
- 4 comments
- 1229 letture
- Commenti
Scritto da © Alexis - Sab, 26/06/2010 - 10:50
Io e te
Io e te
nell'Inferno
di un camino sospeso
su banchi di nuvole sparse
a respirare aliti di brace,
ad ustionare i polmoni.
nell'Inferno
di un camino sospeso
su banchi di nuvole sparse
a respirare aliti di brace,
ad ustionare i polmoni.
Alexis
26.06.2010
26.06.2010
»
- 10 comments
- 1372 letture
- Commenti
Scritto da © Alexis - Ven, 25/06/2010 - 18:43
Riflessioni sparse sull'analisi del Sé
Come possiamo noi creare l'Idea di noi stessi? Secondo quale processo l'uomo compie questo sdoppiamento e si osserva attraverso una lente d'ingrandimento dimenticando di lasciarsi vivere ed osservandosi ad ogni passo? È strano che nessun essere umano abbia piena coscienza di sé e delle proprie capacità, dei propri aspetti e sfaccettature.
»
- 5 comments
- 1181 letture
- Commenti
Scritto da © Alexis - Dom, 13/06/2010 - 17:40
Philosopher in Meditation [through a Rembrandt painting]
I rintocchi dell'orologio emanavano la propria eco fra le fenditure del legno che ammantava la stanza.
Il silenzio, fitto come una coltre di nebbia, impediva che i rumori divenissero assordanti, ovattava quel ticchettio trasformandolo nell'unica colonna sonora possibile per quei pensieri tumultuosi, ma al contempo incredibilmente vuoti, orfani di voce.
Ed era così che lo sguardo si perdeva fra le trame di una luce fioca, ma calda, entro cui l'occhio vagava e cadeva di tanto in tanto pur non vedendo nulla all'infuori di sé.
- La proiezione di un pensiero circolare, che aggrotta la fronte e spegne la percezione dell'intorno per ritorcersi sulle proprie spire, come un voluttuoso serpente che si annoda sulle travi, lasciando di sé solo una lieve, umida, traccia. E quando finalmente la coscienza si distoglie, si osserva la solitudine di una stanza piena di urla e priva d'emozione. -
Il silenzio, fitto come una coltre di nebbia, impediva che i rumori divenissero assordanti, ovattava quel ticchettio trasformandolo nell'unica colonna sonora possibile per quei pensieri tumultuosi, ma al contempo incredibilmente vuoti, orfani di voce.
Ed era così che lo sguardo si perdeva fra le trame di una luce fioca, ma calda, entro cui l'occhio vagava e cadeva di tanto in tanto pur non vedendo nulla all'infuori di sé.
- La proiezione di un pensiero circolare, che aggrotta la fronte e spegne la percezione dell'intorno per ritorcersi sulle proprie spire, come un voluttuoso serpente che si annoda sulle travi, lasciando di sé solo una lieve, umida, traccia. E quando finalmente la coscienza si distoglie, si osserva la solitudine di una stanza piena di urla e priva d'emozione. -
Rembrandt, Philosopher in Meditation, 1632.
Alexis
13.06.2010
13.06.2010
»
- 9 comments
- 6754 letture
- Commenti
Scritto da © Alexis - Lun, 24/05/2010 - 08:42
E per l'uomo si attende ormai un nuovo inizio
È incredibile come la rappresentazione della figura umana rispecchi il sentire di un'intera epoca. Ci sono delle cose di cui non smetterò mai di stupirmi, poiché si danno per scontate, ma quando le si osservano più da vicino ecco che l'Illuminazione incombe. Una verità si spalanca di fronte agli occhi, rimasti bendati fino a quel momento.
Stavo scorrendo delle opere presenti fra le foto del gruppo "Pop Surrealism" su facebook, quando ho notato, tra diversi artisti, una tendenza comune, quella di deformare la figura umana. Ciò mi ha fatto riflettere su come, appunto, la figura umana, la nostra più prossima rappresentazione in quanto raffigurazione di noi stessi, sia la prima a risentire degli sconvoglimenti storico-culturali della società. Dalla possanza delle sculture classiche, all'uomo etereo-simbolico del Medioevo, ancora all'uomo a tuttotondo del Rinascimento, per citare qualche esempio lampante.
E adesso l'uomo come è? Come sta? Ce lo dice l'Arte, sempre lei.
L'uomo del nuovo millennio è un uomo deforme. Teste giganti e occhi piccolissimi ben distanziati fra loro, è un uomo scarnificato [come in Chris Peters], un uomo che non perde la sua essenza di umanità, ma che viene letteralmente inghiottito dal dramma della contemporaneità e che si rifugia in mondi fantastici, il famoso Wonderland di Alice, oppure in mondi in cui le sue membra vengono orribilmente lacerate e l'anima dilaniata, un mondo in cui diventa cavia da laboratorio.
Stavo scorrendo delle opere presenti fra le foto del gruppo "Pop Surrealism" su facebook, quando ho notato, tra diversi artisti, una tendenza comune, quella di deformare la figura umana. Ciò mi ha fatto riflettere su come, appunto, la figura umana, la nostra più prossima rappresentazione in quanto raffigurazione di noi stessi, sia la prima a risentire degli sconvoglimenti storico-culturali della società. Dalla possanza delle sculture classiche, all'uomo etereo-simbolico del Medioevo, ancora all'uomo a tuttotondo del Rinascimento, per citare qualche esempio lampante.
E adesso l'uomo come è? Come sta? Ce lo dice l'Arte, sempre lei.
L'uomo del nuovo millennio è un uomo deforme. Teste giganti e occhi piccolissimi ben distanziati fra loro, è un uomo scarnificato [come in Chris Peters], un uomo che non perde la sua essenza di umanità, ma che viene letteralmente inghiottito dal dramma della contemporaneità e che si rifugia in mondi fantastici, il famoso Wonderland di Alice, oppure in mondi in cui le sue membra vengono orribilmente lacerate e l'anima dilaniata, un mondo in cui diventa cavia da laboratorio.
»
- 6 comments
- 1506 letture
- Commenti
Scritto da © Alexis - Gio, 20/05/2010 - 12:32
Incendio
Quando il fuoco divampa
è difficile impresa placare la sua ira.
Ma se quel fragore non foss'altro che pianto?
E quei ruggiti laceranti urla di dolore?
è difficile impresa placare la sua ira.
Ma se quel fragore non foss'altro che pianto?
E quei ruggiti laceranti urla di dolore?
Ma poi è subito silenzio,
un silenzio che non conosce pace.
un silenzio che non conosce pace.
Foto dal web.
Alexis
20.05.2010
20.05.2010
»
- 4 comments
- 1244 letture
- Commenti
Scritto da © Alexis - Sab, 15/05/2010 - 09:23
Sull'attesa
L'attesa impone di decidere se si tiene a qualcosa tanto da aspettare che avvenga da sé, oppure rinunciarvi ancor prima di scontrarsi con la propria ignavia. Insomma, da la possibilità di comprendere autonomamente i propri limiti e le proprie incertezze, evitando di recare danno a terzi. È un'occasione, a volte mascherata da tormento, ma ha pur sempre un fine positivo.
Alexis
15.05.2010
»
- 2 comments
- 1411 letture
- Commenti
Scritto da © Alexis - Gio, 13/05/2010 - 11:41
Il vago errando
Dal detto catanese:
"Unni a gghiri jennu?"
Io qui mi domando:
"Dove devo andare andando?"
Ebbene, signori miei,
io così vado...
... e(p)pure errando.
Perché dell'errare
io porto il verbo
e in un senso
e nell'altro.
Alexis
13.05.2010
»
- 9 comments
- 1686 letture
- Commenti
Scritto da © Alexis - Mar, 11/05/2010 - 13:39
Dilaniato
Le spire s'avvolgono
sul pendio dei sogni.
Lentamente soffocano
il gemito della speranza,
lasciando l'anima muta
e cieca
e sorda
priva di quel barlume di gioia
che l'ha resa viva.
Alexis
11.05.2010
Clicca la foto per ingrandire
Alexis, «I lost my hope along the way», penne e matite su carta comune, 05.2010 // parole tratte da What If? dei Godsmack
»
- 10 comments
- 1350 letture
- Commenti
Scritto da © Alexis - Lun, 10/05/2010 - 20:24
G.Klimt, «La Giuditta»
Di nero e d'oro [inseguendo Klimt]
Di nero e d'oro
si vestono le figure
che languide s'agitano
su tele di rame ed argento.
Voluttà sottile
ne attraversa i ricami,
le vesti, gli ornamenti,
accarezzandone le carni
morbide come tessuti d'oriente.
si vestono le figure
che languide s'agitano
su tele di rame ed argento.
Voluttà sottile
ne attraversa i ricami,
le vesti, gli ornamenti,
accarezzandone le carni
morbide come tessuti d'oriente.
G.Klimt, «La Giuditta»
Alexis
13.04.2010
13.04.2010
»
- 7 comments
- 4163 letture
- Commenti