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blog di Alessandro Moschini

Nervi scoperti

Spara sulla croce rossa

la notte

Sirena

Apro lentamente i miei occhi
e nella penombra
scorgo brandelli di sogno
ribellatisi al trapasso
della porta inconscia.

E loro mi destano
mischiati al ricordo
del profumo della tua pelle
e a salsedine
che hai portato con te
e lasciato qui nella realtà

Ferro e oro

Ti sto parlando
e parlo di visioni
allucinanti abbagli
e riferisco
di stare attento
alle gialle sfumature.
Son vere solo quelle
ch'eran già così
prima che l'acqua
impattasse sopra il lucido
rompendo gli argini
dell'umano dilagare.
Brillan carati

Dolore digitale

Eccola
la mano del tempo
che si allunga
ed al rallentatore
apre il suo palmo
avvicinandosi
al vetro dei miei anni.
Strano calore emana
che si fa condensa
a contrasto
coi contrasti miei interiori
che picchiano sul vetro
e lentamente sfumano
intorno alle falangi.

Il gioco

Giro le dita
attorno alle tue perle
come rosario sconcio
a contare i desideri.
E farei prima
a dir quel che non voglio
ad averti qui
nuda nel mio letto
mentre lo stomaco
chiude le sue porte
sull'ultima tua perla
che cade dolcemente
sul tuo sesso
carnoso e levigato

Gabbie

Gabbie
esistenti,
aderenti,
inerenti,
presentemente assenti,
pesanti
corde tirate e rotte
come silenzi rimbombanti,
all'angolo attendo
dietro ai cespugli
col coltello
in mezzo ai denti
pronto a tagliar
gole diffidenti,
maldicenti
con liberi fendenti.

Tullo

Non è soltanto femmina
il dolce crogiuolo
del possesso.
Io lo capisco sempre
quando cammini in strada
muovendo il tuo sedere,
agitando i tuoi fianchi
ed i virili cuori.

Oggetto del desiderio
che fantasie scateni
quando percorri il viale
ed occhi ti percorrono,

La pianta di rosmarino

Dimenticai
memorie stese al sole
sul terrazzo
accanto a te
e lasciai seccare
entrambe
negli inverni
gelidi del cuore
ricchi di nubi
ma aridi di acqua.
Ti vidi rinsecchita
perder tutto
il tuo bel verde
dai rametti
ormai appassiti
e senza più profumo

Cedi alla notte

Cedi alla notte
e della notte intriditi
come biscotto d'ombra
in tuffo verticale
dal basso all'alto
nel cielo caffellatte.
 
 
(Spezzami il fiato.
sento già scrocchiare.
Crack...)

Ho messo le paure
faccia contro il muro,

Fuori misura

Fuori misura
è la punta estrema
di un amplesso
che coglie i miei livelli
in gaudia distorsione.
Legata al corpo è l'anima
ed allo stesso tempo
dal corpo
lei prescinde
nella presenza,
nell'assenza,
nella distanza.
Sei tu che leghi,
mordi,
fuggi

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