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Premure

.
.
.
Screzi allegri come spaghi
ci hanno
diafani e fangosi
di una gnosi africana
assenti fragranze
(sì troppe...)
madide spezie e rare.

Spazi
di cura d'amore (lojura...)
in notte ingorda
di perorazioni invocanti
il vento agisce
la lingua è muta
implora premura
o brucia.

Spari
friniti di unghie
è la vita risoluta
a giardini violati vagabonda
di gocce bollenti
a profani rosari di umore
orazioni di pelle
guaiti d'arcane salmodie.

Tenaglie di dita
a domare tuo vandalo cuore
mia vita.

 

La dimensione di Gabriele (o dell'infanzia)

LUNA-VOCEby web


Tu credi di aver dimenticato
il treno di quella prima volta
quando quel giorno strano il ticchettio
non arrivava mai al giro giusto.
Lo troverai all'ultima stazione
nel posto delle sabbie mobili
nel Sahara di quei lucidi specchi
dove le immagini riflettono
una maglia sudicia di gelato
e torte di fango intrise di sole
quando bastava rubare per ore
i piselli nel campo del Sordo
e imbottirne la bocca perché il giorno
affondasse nel pozzo della luna.

Il lago

DSC_0447Avigliana
       
Fantasie di ricordi
narrati dalla nonna.
L’acqua d’inverno
lambiva i gradini.
Il contrabbandiere
ingegnoso
con fantasiose
corde e carrucole
tirava sotto l’acqua
il caffè, le sigarette
e cos’altro ancora?
Il lago
in quel punto
era più stretto
e l’immaginazione
spazia
evocando storie
stimolanti
per la bimba
che non sa bene
neppure come possa
essere un lago.
              Maria Dulbecco

il mare per sognare

di Odo Tinteri - il mare per sognare

Un'ombra tenue sul cuore

Lirica di Vittorio Fioravanti

T'accostasti al piacere
con l'inespressa supplica
che ti fosse dolce il supplizio
amaro il godimento
ambrosia e nettare
miele e liquori
di fiele contaminati
Aspro lo scontro atteso
incontro d'anime nude
e di fasciate membra
d'inerme pelle sommessa

Attrazione ancestrale
affinità incestuosa
connessione proibita
d'esseri destinati a fondersi
nel crogiuolo dei sensi
d'ineluttabile amplesso

Varchi profanati
dalla voglia sfrenata di possesso
devastazione ardente
sottomessa all'abbraccio
di serpi tenere e vili
le lingue a cercarsi in gola

Lombi afferrati nel buio
d'una notte priva di luna
striscianti dita
unghie a scavare fremiti
labbra invase d'angoscia
crescente affanno
mentre l'umida coscia
osava ardita scorrere
lungo il turgore

Che ci restava d'allora
se non l'impronta lasciata
sul liscio tuo ventre
e il morso acuto
inferto sulla mia spalla

Un'ombra tenue sul cuore
che tuttora perdura

Impura

Settembre 2005

Les Folies de... © RossogeranioG

L'uomo che mi aspetta

La composizione topografica del mio quaderno è tra le peggio riuscite. Gli enigmi del testo s’insinuano sin dalle prime righe. Una fotografia mutila, ovale, sbiadita riproduce in seppia la parte inferiore del palazzo e il suo riflesso, sul canale dall’aspetto oleoso. Più in basso una piccola frase superflua, ma suggestiva. “Ti aspetto”.

clicca l'immagine per leggere tutto il racconto

Les Folies de... © RossogeranioG

Les Folies de... © princess06

Oro e Giardini

 

Quest’attico gode di una posizione privilegiata su Piazza Duomo che è lì, a poche decine di metri e mi permette di ammirare da quest’altezza le guglie del duomo, nitidissime nell’aria tersa di questa giornata. Non posso fare a meno di ammirare questa meravigliosa opera architettonica, una fra le più celebri e complesse costruzioni gotiche italiane.

clicca l'immagine per leggere tutto il racconto

Les Folies de... © princess06

E ci sei

Non ho mai perso la speranza
di averti vicino.
Ne ho la certezza!!!
Ci sei quando un raggio di sole
Mi scalda il viso.
Quando una goccia di pioggia
mi  bagna i capelli.
Quando un quarto di luna
mi sorride.
Quando le stelle brillano nel cielo.
Quando una lucciola mi indica
la via nella notte.
Quando una bianca farfalla
mi vola davanti e si posa su un fiore.
Quando una rondine vola.
Quando un pettirosso canta.
Quando una coccinella
si posa nella mia mano.
Quando respiro e vedo ….
Ci sei e ogni attimo
entri sempre più nel mio cuore

Arte - Antonio Canova

 
 
Testo di © Daniele Del Rosso -  clicca qui
 Editing:  Anna de Vivo 

Riflessioni - Oswald Spengler - Relativismo

"Ogni cultura ha il suo proprio criterio, la cui validità comincia e finisce con esso. Non vi è alcuna morale umana universale".

Molto semplicemente e, forse, ingenuamente dico che una morale universale umana non può esistere. Questo avviene non solo in funzione del fatto che esistono una molteplicità di culture le quali elaborano precetti morali differenti in maniera più o meno evidente, ma soprattutto sulla base del fatto che la morale è un'invenzione umana, quindi, di per sè, artificiale ed artificiosa.
Qualsiasi elemento che possa essere considerato universale deve avere una base, un fondamento nella natura, nella concretezza e naturalezza dell'esistenza, ma la morale implica un'astrazione dalla natura stessa, è un sistema di norme le quali tendono a modificare atteggiamenti naturali, decodificarli, reprimerli o assecondarli.
Basta fare un confronto con il mondo naturale.
In esso non esiste morale umanamente intesa, esistono solamente delle esigenze di tipo biologico cui fauna e flora si sottopongono senza alcun rimorso e se l'uomo stesso dovesse trovarsi in condizioni primordiali non esiterebbe un attimo ad inserirsi all'interno del ciclo della vita, senza porsi la questione del giusto e sbagliato, del moralmente corretto e moralmente scorretto.
La morale e l'esigenza di una morale nascono nel momento in cui si abbandona il proprio stato naturale per abbracciare uno stato civile, in cui si necessita di norme per la pacifica convivenza, ma essendo la civiltà una condizione già artificiale, tutto ciò che avverrà al suo interno non potrà essere considerato altro che un ulteriore artificio. Leggi tutto »

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