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Il minimo amore necessario

 
 
Camminare nel pensiero di un gioco facile
quello del minimo amore necessario
alti un pelo
maldestri per quell’onda bianca
di cui poi si racconta
ridendo da lontano nel giorno occasionato.
 
Camminare, certo, pensando semplici
gesti e timori di azioni fatte come disgelo
allegorie di baci attenuate effusioni
fragili scintille ricadute ai sensi cenere - come noi del resto
avresti temuto, tremando -
sul cuore devastato dei carboni
in un occluso tiraggio.
 
Ma la notte orchidea nera nelle fisse dimore

Cronaca di un viaggio - parte seconda

All’aeroporto ci attendeva una hostess di Aireuropa, attendeva tutti quelli che dovevano imbarcarsi per il Venezuela.
Eravamo in sette e la ragazza camminava a passi svelti con quei tacchetti da efficiente e bella ragazza di una compagnia aerea.
Accanto a me un ragazzo che era fidanzato con una spagnola e che parlava con la tipa in quella lingua che sono apparentemente è comprensibile.
Iniziò quella che sembrava una corsa campestre in un aeroporto che sembrava non finire mai, la distanza con le partenze transoceaniche è notevole a Madrid.
Il mio orgoglio maschile mi portava a tenere il passo con i due, cercando di non mostrare alcun segno di affaticamento, povero me, in verità avevo anche una sete incredibile e mi sarei voluto fermare un secondo, ma avrei perso il contatto con il gruppo di testa.
Quanto agli altri, non scorgevo che un signore arrancante a circa cento metri da noi.
Cammina, cammina, cammina saltammo a piè sospinti anche un controllo di dogana grazie alla Hostess. Leggi tutto »

Pulce

Il mio è un nido tra i nidi
è lì che il pensiero riposa
il battito rallenta un poco
e sa di mattinata allegra
quando svegliarsi non pesa.

E' lì che vivo da pulce
della chioma terrestre
e tra pulci mi ignoro.
 

Rinascerò

Guardo la tua aura poco a poco distruggersi, compatibile con la mia. Una goccia riga il tuo viso, ma non è pioggia. Forse è il tuo ghiaccio che si scioglie...Ma è meglio bruciare o sciogliersi? Cammino sull'orlo di un precipizio, instabile quanto te. Ma è meglio lasciarmi cadere o rimanere qui, sull'orlo del dubbio? Lasciami alla vita perchè anche se le mie ali le hai tagliate tu, io tornerò presto a VOLARE. 

 

Ti Ho Detto Addio


"Ti ho detto Addio
dopo che ho speso tutta l'Amarezza
e l'ho posata presso Te come Unica Voce strana"
Ti ho detto Addio
dopo che il cielo ebbro di luce
s'è posato nel mio giorno Vuoto
come i tuoi abbracci di Malavoglia fedele
T'ho mostrato il petto dicendoti Addio
L'ho posato su di un muro questo Muto Addio 
dove ci hai dipinto di Bianco i ricordi
di Nero i sorrisi...di Niente il futuro
Cosi è Morto dentro di Me questo Silezioso Addio
Come una Falce arruginita sul Cuore
Come la gloria svanita di un'Errata bellezza
Come la compassione per una Croce
affissa alla parete di una camera senza finestre
riflettendosi  invano della Vita che non ha ombre
per Morire in Solitudine
dell'ultimo Sole

  -Runa-

fra virgolette versi di Alda Merini

voglia di vivere

La luna un giorno dice al sole:

Portami alla vita. Portami alla vita. Portami alla vita con te. Trascinami via da qui e fammi vivere. Fammi vivere, hai sentito? Perchè non allunghi la tua mano verso la mia? Fammi vivere nei tuoi caldi raggi dorati, fammi vivere nelle onde, fammi vivere su un fiore di pesco, hai sentito? Portami alla vita.

in cerca di un riflesso...

Ho capito che gli occhi sono il più sincero riflesso di noi stessi.

Il cucchiaio di Totti.

 
 
Ne avevamo parlato a lungo, discusso tanto da quel lontano 2004, la semifinale con l’Olanda. L’avevo provato cento e più volte… ma il “cucchiaio” - quel cucchiaio - non fu solo un segno di follia. Non era nemmeno una esclusiva di Totti. L’aveva già fatto Panenka, cecoslovacco, nella finale del 1976 contro la Germania di Sepp Maier, facendo vincere per la prima volta la Coppa Europea alla sua nazione… Ed io avevo già cancellato i sogni di gloria pallonara.
Certo, occorre una sensibilità di piede-gamba-coscia-gluteo inimmaginabile – lo fai e basta - o almeno una freddezza d’animo glaciale. In ogni caso, tanto tanto culo che per sederti occorre tutta una tribuna, ma è la tempra del campione: il suo marchio di fabbrica. La certezza che nelle tue pratiche muscolari risieda lo stampino del fuoriclasse e tra i neuroni, almeno uno si chiami genio… Eppure, l’è dura!
 

Venti novembre

(Giornata mondiale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza)

Assurda
assidua
e ad oltranza violenza
Riservata
riversata
su puerizia od infanzia
Negandole grazia
eleganza e innocenza
da bestie senzienti
ma d'insanie menti
Sol fatte d’istinti
tra passati vessati
con abusi mai estinti
proiettati
al presente

Dalla Russia con amore

(guerra russo-georgiana estate 2008)

Scavo nell’osseto, scelgo qualcosa abkhazo, temo che il metano sia azero. Non rinuncio ad aprire l’ombrello atlantico (sotto sotto ci sono Nato!). Però, come reprimere la nostalgia di matrioske e notti moscovite? ...Senza peraltro rinunciare ai ferragosti distesi di fronte a un mare nero, con ucraine creme all’essenza di crimea... dacia di stile ceceno, camera con lèttone matrimoniale, tinta del divano che non estonia col resto, tre quattro kazakhe leggere nell’armadio da cambiare ogni giorno...

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