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In fondo al cuore

 
In fondo al cuore
i tuoi occhi.
Scorrono i giorni
distesi nel tuo sguardo,
puro.
Mio oro.
Mia preziosa,
perla di vita.
Tu
mi inondi.,
imbrattaanime.
Sono ormai colorata,
canterina sognante,
come piace a te.
Ed è nel buio
che sento più forte
la tua luce
di gemma..
 
                                     Danila Corlando

Se solo potessi scegliere

Voglio essere ghiaccio che brucia,
sole che gela,
luna che scalda.
Cavalcare una stella seguendo l' arcobaleno,
orientarmi con il vento per poi...
sdraiarmi sull'oceano.
 
 

E intanto il sole continua a sorgere e a tramontare

 

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.
Dietro le parole di un poeta
c’è sempre un nome
che di dolcezza disorienta
o di passione esplode
 
quando la penna cattura il turbamento
che dal cuore sgorga
e ai cuori torna
sull’impercettibile fremito lungo la via del foglio.
 
Ma a volte il vetro
si camuffa da cristallo
e d’illusione alimenta lo sguardo al cieco
sui fatui luccichii che dopo un po’ si spengono.
 
Che sia vetro
o cristallo assai pregiato
se a terra arriva si rompe e bevi il tuo dolore
e intanto il sole continua a sorgere e a tramontare
 
tiziana mignosa
10 2009

Consapevolezza

Spesso
quando ho voglia di guardare
devo smettere di vedere
Come quando
davvero ascolto
mi limito a non sentire
Spesso
quando ho voglia
di toccare
gustare
volare
devo esserci
Poiché  son vivo
solo se ci sono
ed io ci sono
solo quando
so
di esserci

Promenade esistenziale

Viatici che i viandanti
imprimono calpestati di tempo
respirano degli aliti
svernati dal cuore
aperte scansie di pensieri
rotolano parole giù fino al guado
sentire di piccole croci ed enormi sorrisi
sbriciolano il suono ovattato
eviscerato tra fronde di pensieri
bracieri accesi di noia
sfarfallii dimentichi d'amore
battiti di ciglia come fremiti che
il corpo assente pervadono
rivelandosi ammiccano
alterni di gioia
tra le righe della pelle tronfi
divelgono dal sapore di notte
se la vita che appare regina
esiliata dal sogno disciolto
in parole arginate distratte
dal corso fluente
di un respiro silenzioso
al suono di tamburo batte ancora

Sogni

Eredità,
interessi diversi s'odono
tra le cannonate e divampano
insiemi risvolti di sensi
assopiti scelti momenti
invadono le strade della mente
salubri interazioni, divani disfatti
tra i ceppi fumanti
vagano le storie ardenti,
divani accesi.
Di sudore perlato
le disperate emozioni
giocano a soppiatto con i sospiri
dondolanti tra le amache
tradendo deliri incessanti
s'odono
disperati
nelle menti che i giovani

tra le stanche case
assonnate
rispondono celando grani di polvere
caduta li per caso a coprire
a vendere impronte di sera
rese al chiarore
della riflessa ombra nei meandri
dell'assopito deserto
 

Ancora un passo.

 
 
Piove:
numero
il tempo
delle gocce
in
una
pozza
ad
orologeria.
 
Aspetto:
è
più
difficile
pensare
partenze
che
respirare
ritorni.
 
Devo andare:
guaderò
questo
fiume
verticale
ma
mi
manca
il tuo
ombrello
di carezze.
 
Piove:
Simulo
solo
un
passo
nel
miele
del ritorno.

10 e 05

E' sui binari che scorre la vita
mia da un po'
e sale su treni uguali e diversi
una valigia uguale e diversa
verso l'arrivo che è sempre quello.
Mi riconosco nell'attesa dell'abbraccio
eppure mi perdo nel desiderio di viaggi infiniti
ché mai vorrei scendere
e sempre salire
finché la musica suona.
Porto così a spasso il mio corpo
a ritrovar la mente lasciata lì
tra pareti che mi conoscono
ché quella è casa mia
ché quella è casa tua.

Ogni dubbio - quarta parte -

Mentre le tenevo ancora la mano premuta sulla bocca.
“Allora hai capito bene…Ti lascio se mi assicuri che non emetterai un fiato e mi spiegherai tutto”. Con gli occhi, che in quel momento avevano assunto una venatura di tristezza, mi diede nuovamente un assenso confortante. Lasciando lentamente la presa, mi scostai e con un movimento elastico m’alzai in piedi. Ma si sa che il mondo femminile è quanto mai strano, possiede un’imprevedibilità che ha mille sfaccettature…E così, non appena Olga fu in posizione eretta, cominciò ad urlare in lingua cirillica frasi che non avevano nulla di buono.
- Olga…Non puoi farmi questo – le sbraitai addosso. A quegli urli la porta del magazzino si spalancò subito e, in pochi secondi, gli energumeni si presentarono nel luogo con aria quanto mai adirata. Non potevo certo farmi catturare ancora, anche perché in quell’occasione non sarebbero certo andati giù leggeri, quindi, guardandomi attorno, intravidi vicino ad una cassa di legno, che distava da dove mi trovavo solo tre o quattro metri, una sbarra di ferro. Senza mai staccare gli occhi da quei due elefanti in costante avvicinamento, m’affrettai proprio in quella direzione pensando che quel pezzo di ferro potesse ritornarmi utile nella difesa. Con una velocità che mi sorprese non poco afferrai quell’arnese metallico,  cominciai a farlo roteare come fosse una lama affilatissima e assunsi un’espressione torva. Avevo una paura sfottuta, ma questo loro non dovevano saperlo….Anzi, non appena li vidi sopraggiungere, gli scaraventai addosso un’energia che li lasciò piuttosto disorientati. Rallentarono la corsa e si bloccarono a solo due metri dalla mia posizione, poi, guardandosi in faccia, fecero un risolino irritante…Mi stavano prendendo in giro Leggi tutto »

Alla luna

 

Se nella notte
che è mia amica
trovassi ancora
bianco colore di insonnia
ne scriverei di versi
e parole in forma
ché la musa tonda
lontana eppur vicina di luce
me li detterebbe
generosa.

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