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Gomorra

Ciò che pareva vita
m'apparve di sfuggita
e con un mar di niente
che mi girava intorno
Fango
putrido e profondo
ad attrazione nulla
nella ragione logica
Gomorra
latita immaginazione
galleggio
oppure annego
la differenza è zero
Allor magari anch'io
imparerò a nuotare
in questo fango sangue
com'unica mia via

Il mare attende

Senza illusione scorre
il mio fiume.
Non sa quando
vedrà l'orizzonte.
Fra luci, riflessi
gabbiani in volo
il mare attende.
 
Acqua nell'acqua.

Non ci troveranno

 Vecchie superstizioni ci vogliono catturare. Parlami e fuggiamo. Fuggiamo assieme attraverso gli infiniti mari e gli irrangiungibili cieli. Svegliami e cominciamo a correre. Corriamo fin sopra le nuvole dove le ingannevoli apparenze non ci troveranno. Ricordami e rifugiamoci nella tempesta. Non ci distingueranno, siamo in troppi. Vecchie superstizioni ci vogliono catturare, cominciamo a correre.

Nudi ricami di rami

Tendevano al cielo le braccia i poeti
dai versi ormai spogli volati
lì vicino per terra
oppure là sopra l'acqua
qualcuno preso ha vento per l'alto
e ancora cerca un suo lido
ci sono quelli del cuore
rossi per l'esibizione
ma quelli che amo son giù
umili mi piaccion di più.

Sul faro.

 
 
 
In questo semplice rubarti una smorfia, il volto si dà tregua
quasi àncora
non ormeggiasse l’uomo ch’è venuto a dirti andiamo!
 
Si direbbe di queste onde un caldo abbraccio
di sottane in punto alle ginocchia
come gli avambracci della luna sulle tibie della sera
oppure passi accorti oltre la soglia
del molo acquartierati nei frangenti del mattino spoglio.
 
Amarti era amarti ancora
benchè nel disdegno del rancore il tuo nome
rappresentasse una seduta
uno sbarco un luogo
puoi dire un richiamo teso ai glutei per quella forza asciutta
delle aderenze.
 
Amarti ancora, lo so, era amarti prima
ma non ebbi fondo
per attese congrue ai tuoi voli.
Però poi ad un gabbiano in cova o forse in pagina di cielo:
 
guarda, un gesto di vento coglie il mare alla fonda
c’è la risacca persa sui bordi
ancora.

Biografia

ma quanta storia in piccoli giorni
ha scritto la mia ansia nella vita
infantili paure al seno consolate
battiti puerilmente irrefrenabili
in solitari tormenti placati appena
esibizioni rituali d'avvenenza
sfoggi giovanili d'abilità e potenza
intorno a gonnelle spesso indifferenti
e pacato poi un rito un accasamento
emozioni di nascite dai lombi generate
di crescite speranzose di ricchi voli
progetti e contrasti partenze e ritorni
tranquille sere in riva al mare
su orizzonti arancio fregiati di rosso
grinze indifferenti a percorsi nuovi
la cercata stabilità che si posa pesante
annunciandosi l'avello in pietra grigia
già pronto predestinato.
amen
 
 

Silenzio

Ad un ladro di sogni
cosa potrei mai raccontare?
Magari che la notte è finita
espansa in mucchi di colore
e che la tela è sgranata
quando ci guardi attraverso.
Oppure potrei reinventare
un silenzio d'annata
di quelli preziosi
tenuto da parte solo
per grandi occasioni.

Frenesia

Scivolano i tuoi occhi
sulle mie spalle nude
ascolto con fermento
le dita seguire
il sentiero
fresco e morbido
della schiena mia

come uno stelo
tremante
tra la brezza marina
sabbia calda
di una spiaggia
bagnata dalle onde
cristalline
di un mare blu intenso

frammenti di cristallo
riflettono tra i solchi
dei nostri corpi
quella pura passione

per potersi liberare
dalla tensione
di una frenesia
senza senso

abbandoniamoci a noi stessi
ascoltiamo il nostro canto
che terrà sempre alto

il coro

che sentiamo dentro ....

 

Arrischio Nuvole all'Incanto Sottile

(Giocare tra i fiori)
 
Violini e SuperStringhe,
al collo dello scheletro
di ore incatenate al sole,
incalzando l'Azzurro vero
negli acini di emozioni
al rogo d'eterno fluire,
fra gli atomi sottopelle.
 
(negli eventi quadri)
 
Improvviso tramonti,
sul rigore delle spalle,
ficcando i chiodi tra le dita
in cerca di vocali lunghe
e stormire di foglie
fra le labbra ardite,
intente a suggere misteri
all'Origine vaga.
 
(di predacuori)
 
SuperStite il travaglio,
spiaggiato sul delirio
di lune gravide,
dall'onda che fu sirena
su spiagge di vetro fuso.
 
(sulle picche aguzze)
 
Tra gli anelli di Saturno.
 
(né pari, né dispari)

Love Song

Mi perdo a volte in un vicolo inquieto
di luce brusca e di gravidi lezzi
non c'è che pietra e imbarazzo d'attesa
per reiterate carenze di spazi

 

Unghie si rompono contro i mattoni
come un felino che aneli alla fuga
e rabbia scarichi nel parossismo
di barattare mattoni con carni

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