Blog | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Piazzetta virtuale

 agorà

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

Blog

La nonna

                                         
Non ti ho mai dimenticata.
Eravamo sedute su quel balcone nelle lunghe sere d’estate io e te, nonna.
Tu pregavi. Io sognavo.
Tu pregavi. Io guardavo le stelle.
Quelle stelle, complice il buio, erano nitide e lucenti.
Qualche volta smettevi di pregare e parlavi con me. Mi raccontavi episodi della tua vita quando mi sentivi predisposta ad ascoltarti. Ricordavi cosa avevano raccontato a te da bambina e osservando la luna piena, una sera mi hai fatto notare come in quel disco luminoso si vedesse nitidamente la figura di un uomo che cercava di oscurarla. Mi dicevi “Vedi? È Bertoldo. Con un fascio di sterponi cercava di oscurare la luna e nel tentativo di coprirla, perché gli altri non lo vedessero mentre rubava i covoni di grano, vi rimase attaccato e fu condannato a restarci per l’eternità”.
Io vedevo chiaramente la figura da te indicata e pensavo a quel povero Bertoldo che sicuramente non si trovava a proprio agio in quella scomoda posizione.
Sono poi andati sulla luna, nonna, quando tu non eri più con noi. Quelle ombre non erano di Bertoldo, ma delle montagne ed io non ho potuto dirtelo. Non volevo crederci, ma dimostrarono che era così. In verità lo sapevamo anche prima, ma io preferivo credere a te.

Cronaca di un viaggio - parte terza

Ero atterrato, ero in Venezuela, mi sentivo euforico. Avevo attraversato l’oceano e ora dovevo capire cosa dovevo fare.
Dunque vediamo, appena si atterra si cercano i bagagli. I bagagli non erano nel mio stesso aereo, il trasporto bagagli è a carico di Alitalia, indi i nostri bagagli erano arrivati addirittura prima di noi.
C’era una fila di rulli a destra e a sinistra, guardo il tabellone e indica un numero.
Ora gli scrittori, quelli bravi davvero ricordano il numero e lo dicono, io faccio fatica a ricordare cosa di avessero dato da mangiare sull’aereo.
Una cosa buona per la mia vicina, aveva detto ci danno la comere, una commare a pranzo? È indigesta cavoli.
Insomma il numero dell’uscita bagagli c’era, ma io non trovavo dove fosse la scritta, mi guardo attorno e con non curanza guardo dove vanno quelli che erano sull’aereo con me.
E aspettiamo, il tempo passa, la gente picchietta, poi all’improvviso questi benedetti rulli si mettono in moto e dalla buca centrale sbuca il primo bagaglio esce e ora so per certo che non riconoscerò mai i miei.
Sono tutti simili e io nemmeno mi ricordo di che colore sono i miei.
Per un paio di volte penso di aver individuato una delle valige.
Nulla, c’è sempre qualcuno che se le porta via.
La gente scema sempre di più, mi sento come un bambino che uscito dalla scuola vede andar via i suoi compagni ma dei propri genitori nemmeno l’ombra.
Il primo che racconta che caso mai io mi sono dimenticato un figlio a scuola lo banno.
Insomma nulla, delle mie due valige o malette in spagnolo, nulla.
Siamo in cinque a essere senza valige e il primo si mette in fila ad un banco dove un funzionario riempie le denunce.
Un italo-venezuelano mi traduce dicendo che sono rimaste a Madrid le nostre. Leggi tutto »

Amore Antico

Image Hosted by ImageShack.us
 

( Sulle note di Autumn rose di Ernesto Cortazar)

Accenderò la luna alle mie notti
quando nella pioggia del silenzio
l’estate intona il canto dell’amore

e arriverà a me
sull’impalpabilità di un soffio
l’idea di te

Amore Antico
che a passi scalzi
mi attraversi i sensi.

A me … tu torni
ogni volta che con gli occhi annego
nel lago rosa della nostalgia

in punta di piedi
allora entrerò
nel giardino delle ore andate

e di te sazierò le mie attese
continuando a farmi male
sui roseti senza aroma della vita.

tiziana mignosa
08 2009

men di niente

fosco lo specchio
non ti riconosco,
giro intorno
ad un dito
indica l'uscio
minaccioso,
non comunico più
muto,
silenzio,
esco,
slogan sull 'intendersi
parole parole al vento
ventosprecate
allora urlo
come le iene
non è regale
ma mi conviene.
men che niente
luna prestami ascolto

Il minimo amore necessario

 
 
Camminare nel pensiero di un gioco facile
quello del minimo amore necessario
alti un pelo
maldestri per quell’onda bianca
di cui poi si racconta
ridendo da lontano nel giorno occasionato.
 
Camminare, certo, pensando semplici
gesti e timori di azioni fatte come disgelo
allegorie di baci attenuate effusioni
fragili scintille ricadute ai sensi cenere - come noi del resto
avresti temuto, tremando -
sul cuore devastato dei carboni
in un occluso tiraggio.
 
Ma la notte orchidea nera nelle fisse dimore

Cronaca di un viaggio - parte seconda

All’aeroporto ci attendeva una hostess di Aireuropa, attendeva tutti quelli che dovevano imbarcarsi per il Venezuela.
Eravamo in sette e la ragazza camminava a passi svelti con quei tacchetti da efficiente e bella ragazza di una compagnia aerea.
Accanto a me un ragazzo che era fidanzato con una spagnola e che parlava con la tipa in quella lingua che sono apparentemente è comprensibile.
Iniziò quella che sembrava una corsa campestre in un aeroporto che sembrava non finire mai, la distanza con le partenze transoceaniche è notevole a Madrid.
Il mio orgoglio maschile mi portava a tenere il passo con i due, cercando di non mostrare alcun segno di affaticamento, povero me, in verità avevo anche una sete incredibile e mi sarei voluto fermare un secondo, ma avrei perso il contatto con il gruppo di testa.
Quanto agli altri, non scorgevo che un signore arrancante a circa cento metri da noi.
Cammina, cammina, cammina saltammo a piè sospinti anche un controllo di dogana grazie alla Hostess. Leggi tutto »

Pulce

Il mio è un nido tra i nidi
è lì che il pensiero riposa
il battito rallenta un poco
e sa di mattinata allegra
quando svegliarsi non pesa.

E' lì che vivo da pulce
della chioma terrestre
e tra pulci mi ignoro.
 

Rinascerò

Guardo la tua aura poco a poco distruggersi, compatibile con la mia. Una goccia riga il tuo viso, ma non è pioggia. Forse è il tuo ghiaccio che si scioglie...Ma è meglio bruciare o sciogliersi? Cammino sull'orlo di un precipizio, instabile quanto te. Ma è meglio lasciarmi cadere o rimanere qui, sull'orlo del dubbio? Lasciami alla vita perchè anche se le mie ali le hai tagliate tu, io tornerò presto a VOLARE. 

 

Ti Ho Detto Addio


"Ti ho detto Addio
dopo che ho speso tutta l'Amarezza
e l'ho posata presso Te come Unica Voce strana"
Ti ho detto Addio
dopo che il cielo ebbro di luce
s'è posato nel mio giorno Vuoto
come i tuoi abbracci di Malavoglia fedele
T'ho mostrato il petto dicendoti Addio
L'ho posato su di un muro questo Muto Addio 
dove ci hai dipinto di Bianco i ricordi
di Nero i sorrisi...di Niente il futuro
Cosi è Morto dentro di Me questo Silezioso Addio
Come una Falce arruginita sul Cuore
Come la gloria svanita di un'Errata bellezza
Come la compassione per una Croce
affissa alla parete di una camera senza finestre
riflettendosi  invano della Vita che non ha ombre
per Morire in Solitudine
dell'ultimo Sole

  -Runa-

fra virgolette versi di Alda Merini

voglia di vivere

La luna un giorno dice al sole:

Portami alla vita. Portami alla vita. Portami alla vita con te. Trascinami via da qui e fammi vivere. Fammi vivere, hai sentito? Perchè non allunghi la tua mano verso la mia? Fammi vivere nei tuoi caldi raggi dorati, fammi vivere nelle onde, fammi vivere su un fiore di pesco, hai sentito? Portami alla vita.

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 5097 visitatori collegati.