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Silenzio

Ad un ladro di sogni
cosa potrei mai raccontare?
Magari che la notte è finita
espansa in mucchi di colore
e che la tela è sgranata
quando ci guardi attraverso.
Oppure potrei reinventare
un silenzio d'annata
di quelli preziosi
tenuto da parte solo
per grandi occasioni.

Frenesia

Scivolano i tuoi occhi
sulle mie spalle nude
ascolto con fermento
le dita seguire
il sentiero
fresco e morbido
della schiena mia

come uno stelo
tremante
tra la brezza marina
sabbia calda
di una spiaggia
bagnata dalle onde
cristalline
di un mare blu intenso

frammenti di cristallo
riflettono tra i solchi
dei nostri corpi
quella pura passione

per potersi liberare
dalla tensione
di una frenesia
senza senso

abbandoniamoci a noi stessi
ascoltiamo il nostro canto
che terrà sempre alto

il coro

che sentiamo dentro ....

 

Arrischio Nuvole all'Incanto Sottile

(Giocare tra i fiori)
 
Violini e SuperStringhe,
al collo dello scheletro
di ore incatenate al sole,
incalzando l'Azzurro vero
negli acini di emozioni
al rogo d'eterno fluire,
fra gli atomi sottopelle.
 
(negli eventi quadri)
 
Improvviso tramonti,
sul rigore delle spalle,
ficcando i chiodi tra le dita
in cerca di vocali lunghe
e stormire di foglie
fra le labbra ardite,
intente a suggere misteri
all'Origine vaga.
 
(di predacuori)
 
SuperStite il travaglio,
spiaggiato sul delirio
di lune gravide,
dall'onda che fu sirena
su spiagge di vetro fuso.
 
(sulle picche aguzze)
 
Tra gli anelli di Saturno.
 
(né pari, né dispari)

Love Song

Mi perdo a volte in un vicolo inquieto
di luce brusca e di gravidi lezzi
non c'è che pietra e imbarazzo d'attesa
per reiterate carenze di spazi

 

Unghie si rompono contro i mattoni
come un felino che aneli alla fuga
e rabbia scarichi nel parossismo
di barattare mattoni con carni

  Leggi tutto »

23 nov 00:54

©Anna Sansonna
 

Dentro a questo lavatoio

"dentro a questo lavatoio
sembro pietra carica
la gravità
come potessi ritornare
con un solo movimento
delle viscere
oh Santo Dio
lascia i tuoi ferri ancora in attesa
disperdi la tua lingua
e lasciami nella carne
ancora nei sensi"

Salvatore Sblando, due mie poesie, la mia voce...

Senza metafore

Hai chiesto come stai; ho risposto, felicemente indifeso.
E non importa se dovrò attendere il minuto che occorre
per respirare questo tuo continuo venirmi incontro.

Perchè siamo testardi come il verde degli alberi
sui rettilinei della mia città e belli
come la scoperta di una canzone al primo ascolto Leggi tutto »

Sotto i miei occhi bambini

Lirica di Vittorio Fioravanti

Cerchi affiorati
su specchi d'acque lacustri
tra voli immoti
di libellule azzurre
lungo strisce
di pietre oscure
viscide d'alghe
e salti osceni di rospi
penetro la mente accesa
nei sommersi canneti

Rivedo l'orlo ristretto
nell'aspera gola
di dossi verdi e d'arbusti
ove riecheggia quel crepitare
d'alti nitriti nell'aria
ma non c'è traccia d'odore
d'arma da fuoco
colgo pregnanti profumi
d'erbe e mirtilli
scorgo more lucenti
come insetti in agguato
e spine in tralci
a sbarrarmi il passo

A mani ferite
m'inoltro oltre il folto
fino al muro franato
del casolare distrutto
lì dove uccisero l'uomo
coi polsi giunti sul dorso
sotto i miei occhi bambini

Luglio 2009

I Tre uomini in treno / 3

Nello scompartimento, mentre il treno sferragliava verso la città di Firenze, la conversazione s’avvivò per l’attiva presenza dell’uomo in blu, che raccontava episodi della sua vita, dei viaggi fatti, e faceva poi domande alle quali spesso lui stesso dava risposta. Parlava dell’Argentina, della carne che si consuma preparata "en varas", dei vini rossi, corposi, delle origini italiane del tango e naturalmente del calcio albiceleste, di Maradona e di suo figlio José - Giuseppe in italiano - già resosi famoso a Baires col nomignolo "El Gari".

Padre e figlio erano entrambi tifosi dell’Inter. Da anni soffrivano per quello scudetto che non voleva saperne d’appendersi alla maglietta a strisce nerazzurre. L’uomo in nero s’era lasciato allora andare, confessandosi bianconero.

- Razza padrona!
...esclamò in un momento ardente della conversazione. E l’uomo in grigio aveva sorriso, quasi compiaciuto: era la stessa opinione che aveva anche lui della Juve. Da decenni e decenni. Da sempre.

Dal calcio si passò facilmente alle barzellette su Totti, e poi a quelle più spinte e provocanti, ed infine alle donne.
Parlando di femmine, tutti e quattro convennero che quella che aveva le gambe nude sulla copertina della rivista era un demonio.

- Que clase de hembra, por dios! Leggi tutto »

La Mia Oscurità

Giù
giù
giù

giù
giù
giù!

sempre più giù
sempre di più
nei meandri dell' oscurità
negli abissi dell'intimità
senza vergogne
senza capire
senza reagire

giù!
giù!
mandami dannatamente giù
un letto la mia tomba
le nostre urla il canto funebre
tutto intorno collassa
sempre più giù
rumori
suoni
odori
sudore
sempre più giù!
sensazioni
pressioni
esplosioni

ancora amore
sempre più giù

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