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Ni un paso atras

È vero che non avevo nulla da regalarti
e tu non avevi nulla da ricevere, eppure ridevi
che il clown scivolasse lento.
Consolavi il mio sogno nascosto
senza niente da perdere,
tu che dalla vita dovevi solo comprare,
io che dalla vita dovevo soffrire
e in quel momento si cominciava
noi due, seduti che s'era
su quell'ultimo autobus
nella notte dai vetri riflessi. Leggi tutto »

astri che spezzano la notte

Duplice luce
che ti stagli
senza tregua
all'orizzonte.
Miele e sale.
Cosi assurdi
eppur veri
i versi
di quei pensieri
che riscoprono
sentieri.
Dimmi,dimmi,
datemi
ancora modo
di sciogliere il nodo.
Brancolo
m'aggrappo
tentenno
sull'orlo di un fiato.
 

signore, che ci assisti

Entrare, nella pancia
contrazioni, negli spasmi
di un’idea
frantumare i vetri a una finestra
divellerne gli stipiti e puntare
le nuvole lassù
farle tornare lustre
arditi noi, e il male
signore, che ci assisti
 
 

Prima della sera

Lei, lui.
 
Il muro contiene radici e pietraia.
Forse è più secco il suo cuore che il sole nella vasca.
 
Le serpi origliano passi ma trovano l’ombra delle cicale,
che non basta, anzi le arrabbia.
 
Niente di più ci assiste declinando l’afa al fresco.
Niente ci coinvonge meno delle radici esposte.
 
Tra di loro scaviamo una tana di corpi
per le nostre fluide carezze.
 
Siamo complici dei rami e reggiamo foglie di calma
quasi fossero porzioni di pause.
 
Se cadi ora,
come una pesca satura di mezzogiorno
avrai dimora nella mia fame.
 
Se ti lasci baciare, amor mio,
sarò dimora delle tue stelle
mentre le accendo.

non somigliavi più

avendo ritrovato i giorni del freddo 
le parole si sono fermate nei cristalli
di questo mattino di addìi.
in un abbraccio di lana  il desiderio di rompere il cielo
e farne una vendetta per due amanti senza destino.
ti ho visto sparire nell'avorio delle nubi
e non somigliavi più all'amore.

Disegni

Questo è il giorno perfetto
per tornare su me stessa
rientrare in me
con gli occhi della mente
avere accesso alle ragioni accantonate
che fluttuano, disperse,
in un lago salmastro, nel niente.
Resto sulla soglia
e mi sommerge un' onda,
azzurra, che presto sfuma, impallidisce
e una pioggia di carte
volteggia, corre, inseguendosi
fino a che, mollemente,
qualcuna mi si posa accanto.
Tendo la mano, pervasa da emozione,
per quei tratti indefiniti, incerti,
del disegno di un viale
ridente,
vedo piccoli fiori profumati
e teneri germogli di magnolie e di mirti.
Davanti a me,
appena più distante,
ecco un altro disegno, sembra un muro...
senza alcuna finestra, senza porta,
e mi domando se non mi sia sbagliata:
non riconosco bene cosa sia,
bestia, o pozzanghera, buco nero,
o pozzo che contenga un dolore, una piaga spalancata,
ma forse, è solo un' ombra,
ed è quì che mi volto,
alla ricerca di inaspettato lume,
che la dissolva decisa, di netto.
Anche l' eterno buio, si è stancato
s' insinua, scivola,
scompare nelle crepe di quel muro scalcinato,
inseguito dalla sera, si protende,
s' allunga, s' avvolge attorno allo stelo di un lampione
l' abbandona accecato, si nasconde
in un vicolo che l' inghiotte
nella morsa del suo abbraccio silente.

 

frammentando

Ha sferzato
con un fiato
il fondo,
riducendo in brandelli
quel tessuto.
dimentica quasi
che in ogni frammento
scoperta era
la sua anima.
Sta cosi nell'aria
fragile,
si , fort
limpia, in attesa.
Non che il dolore
non strascica, no,
ma  il sottofondo di lucciole resta.

 

Nuvole nere

Una donna mi dici
sei una donna reagisci
reagisco e come?
gettare al vento i miei sogni
chiudere a chiave le mie fantasie
tenere a freno ogni mia illusione.
Scenderò dalla mia nuvola rifugio
per rispettare quei princìpi stampati
a inchiostro rosso e gli schemi sociali
Non più audaci viaggi fantastici
Rientrare alla vita di sempre alla noia
quella piatta distesa lacustre inerte
a guardare da lontano
nuvole rosa divenute nere.

incastro

arco teso
mi tendo

sto tutta
appesa
sospesa
al brivido che mi percorre
dalla nuca alle caviglie

nel perimetro del corpo
incastro
la tua voce che cambia
 

sulla pelle

lenta lenta sulla pelle piano si posa la mano
sfiorando brividi incosciamente nati da musica del desiderio
vibra ogni corda con la punta della lingua
al collo strappare sospiro
canta il piacevole silenzio e morbosa grida la sete
non v'è movimento senza fine poichè il fine è l'assoluto
il sorriso sulle tue labbra veder comparire
e il sussulto frenarne la forza
cadono gocce di pioggia fuori
e un pazzo litiga con un randagio per un tocco di pane
tu gridi e nessuno ti sente se non te stessa
ed il mio cuore

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