Scritto da © Anonimo - Mer, 09/12/2009 - 22:31
Lei, lui.
Il muro contiene radici e pietraia.
Forse è più secco il suo cuore che il sole nella vasca.
Le serpi origliano passi ma trovano l’ombra delle cicale,
che non basta, anzi le arrabbia.
Niente di più ci assiste declinando l’afa al fresco.
Niente ci coinvonge meno delle radici esposte.
Tra di loro scaviamo una tana di corpi
per le nostre fluide carezze.
Siamo complici dei rami e reggiamo foglie di calma
quasi fossero porzioni di pause.
Se cadi ora,
come una pesca satura di mezzogiorno
avrai dimora nella mia fame.
Se ti lasci baciare, amor mio,
sarò dimora delle tue stelle
mentre le accendo.
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