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In omaggio al mio compleanno

Scrivo di notte,
la più lunga dell'anno
mi vide per prima
e fu presto amore.
Ogni tanto nasco
ancora quasi come
la prima volta
e smarrisco.
Accade ch'io mi perda
e giochi un po'
ad inseguire i venti
ingorda e spettinata.
Torno liquida
a dormire su candore amico
e a volte accade che
parli e pur convinta
mi senta vecchia.

Sotterfugio

Un dì mi sono alzato,
ho scritto una poesia,
e quest'è il risultato.

Per un attimo

Dal capo chino
accendi un sorriso
mia diletta
ed il verde dei tuoi occhi
esplora la mia pelle

trasmuti in seta radiosa
la tua mano
intinta del calore
che il mio fremito assapora.

Sinuoso, il seme dell'amore,
o mia radiosa,
illumini densa del tuo sguardo
a trapelare tra esili sospiri.

Scorsi i Divini inverni passati
sciolti al calore
che un abbraccio
intriso di antichi sogni, assale.

l'incendio

e tutto finisce in un attimo
il fuoco brucia
le mie disattenzioni
alte lingue di fuoco
annientano le  certezze
d’impotenza mi vesto
confondendo anche
il più semplice gesto
e urla di paura
si alzano oltre il crepitio
del legno annerito
del metallo incandescente
tutto è deforme attorno
come il pensiero
che corre oltre il presente
e vuol fermare il tempo
per aver tempo ancora
prima che sia tardi.
prima che tutto si perda
in un boato
che bruci anche le lacrime.

Quando nella stanza entra l’uomo amato

Quando nella stanza entra l’uomo amato
Anna Achmatova scrive:
“Infilai nella destra il guanto della sinistra”.
Quando tu mi dicesti:
“Ci vediamo fra un mese!”
Io ti parlai con lo spavento dell’amore:
“Un mese da ora o da ieri sera?”

Ma mi rincuorai quando cambiasti il tuo piano:
“Ogni giorno a quest’ora verrò a trovarti!”.
Come se una guerra ci separasse.

Perché quello che facciamo nella vita

è un modo per essere amati un po’ di più.

 

“Il tuo sguardo/ precipita su me come un sole”

(A.M.Ortese, “Le glicine mi toccano la fronte”)

 

“Je le vis, je rougis, je pâlis à sa vue/ un trouble s’éleva dans mon âme éperdue/ Mes yeux ne voyaient plus, je ne pouvais parler” (Racine, “Fedra”, atto I, sc.3)

 

9/1999

Colpevole!

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Lasciala andare vita
abbi pietà di quest’anima
che vive senza respiro.

Nulla
lei non ti chiede più nulla.

Ogni aspetto è un’illusione
anche il dolce sorriso che oggi c’è
e domani sboccia altrove
perfino l’intreccio buio di questo sfinimento
che di fuoco e lacrime
incide il suo tormento.

E mentre l’accusa
di rabbia sgrana gli occhi sull’amaro fallimento
spietata arriva la sentenza:
colpevole di non provare niente!

tiziana mignosa
aprile 2009
 

Tempo di neve

Forte il suono
col cielo candido stasera
di neve.
 
Chiaro sarebbe il gelo
ma fumoso agli occhi il sentiero
di volute ritorte.
 
M’incamminai sola
come un tempo di ore
senza nascita.
 
Ma non sognai
di volti e cifre
non parlai.
 
Se tu volessi
incantarmi nel silenzio
potresti ancora.
 
Se io ascoltassi
nella trasparenza
mi innalzerei ancora.
 
Il mondo intorno
è ora un granello
di vita vera
 
da cogliere al buio
volendo
senza indugio.
 

Nuova raccolta di poesie di taglioavvenuto edita da Rosso Venexiano

All'amico Gabriele [taglioavvenuto] con i migliori auguri di buone feste dalla redazione di Rosso Venexiano. 

Hanno collaborato alla realizzazione della raccolta e ringraziamo sentitamente: Walter [ormedelcaos] per la presentazione, Manuela, Rita, e Anna.

L'autore devolve i proventi della vendita del libro all'Ass.ne Salotto Culturale Rosso Venexiano

acquistatelo cliccando qui

Prezzo di vendita € 14,90
288 pagine
Copertina Morbida - Formato 12x18 - bianco e nero

1a edizione 12/2009

 

Per acquistare gli altri libri editi da Rosso Venexiano clicca il titolo: Leggi tutto »

Notte di Natale

Era una stanza perfettamente quadrata e questo la rendeva più raccolta di tanti altri posti. L’atmosfera caramellata si riconosceva da quei dettagli rimasti vivi ancora adesso dopo tanti anni: la tappezzeria strappata con quei piccoli gigli che confondono la vista, il legno annerito del soffitto, il pavimento rivestito di scampoli di moquette di colori diversi, il camino che chissà se era mai stato usato e tutti quei trabiccoli per sognare grandi battaglie. Non era un giorno qualsiasi, la vigilia di Natale era imminente. I fiocchi di neve scendevano lentamente per cancellare il paesaggio, non si sentivano nemmeno i cani probabilmente acciambellati tra di loro in cerca di calore. Io ero li, in piedi sul baule con il naso all’altezza del davanzale della finestra mentre caricavo una vecchia scimmietta di latta gialla. Anche i colori quella sera sembravano diversi, caldi e morbidi come il velluto dei pantaloni del babbo. Nessun albero, nessun presepio solo una piccola stella di cartone appesa alla lampada della scrivania e un calendario con delle finestrelle da aprire ogni giorno. Fu proprio mentre il mio giocattolo a molla si fermò che sentii il rumore della fuliggine appoggiarsi sul fondo del camino. Scesi dal baule con un salto e mi misi seduto a gambe incrociate aspettando li davanti. L’emozione nel vedere la corda che scendeva giù per la cappa fu tanta, ma quando vidi i grossi stivaloni di pelle, i pantaloni e la casacca rossa dissi dentro di me: ma allora esiste veramente! Era lui Babbo Natale in persona che con un sorriso mi porgeva pacchetti dai fiocchi sgargianti. Ci sedemmo al centro della stanza e iniziai impazientemente a scartare i regali, mentre lui soddisfatto si accendeva la pipa godendosi un prezioso momento di riposo. Fu mentre provavo a montare la ferrovia del trenino che vidi scendere dal camino un altro Babbo Natale, era perfettamente identico al primo e anche lui come l’altro mi porse i doni. Leggi tutto »

Un soffio di brezza, uno spolverìo che brilla, i miei Auguri per Voi

E' un attimo quel tempo
che chiede alla rosa di aprirsi
Così sta il mio amore
in attesa di schiudersi
Sempre

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