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Tanka del deserto

Vento tiepido
attraversa il deserto,
torna il silenzio.
 
Fra gli aridi arbusti
una volpe* contempla.
 
*la volpe del deserto, ovvero il Fennec.
Alexis
19.03.2010

Buccia.

  
           b
       u
     c
   c
 i
a
il pensiero di te
come un frutto rigoglioso
pendeva dall’albero dei ricordi
l’ho colto e ne ho tolto la buccia
incidendola con la lama del tempo
ma si è afflosciato tra le mie mani
ricordo, avevo divorato la polpa
quando tra noi l’amore era fame
e ho sparso invano i suoi semi
sperando in un’altra fioritura
ma si è riempito di niente
eri un pensiero
 

brezza di mare

Quello era il nostro posto..nessuno lo saprà mai, che lì io avevo vissuto i momenti più belli della mia maturità, quando il cuore è ancora ragazzino e il fisico combatte ancora per non cedere al tempo.
Ci vedevamo la mattina presto, più o meno sempre lo stesso giorno, dopo esserci inseguiti per una  settimana, con brevi messaggi o qualche telefonata...Presi dalle nostre vite, dalle persone che affollavano i nostri giorni..io e lui eravamo liberi quando ci vedevamo lì., a due passi dal mare, oltre il ponte.
Poteva anche piovere, o tirare il libeccio, niente ci fermava: e ci amavamo con l'incoscienza di due adolescenti...Nulla gli chidevo: non volevo essere al posto di sua moglie e lui non era certo mio marito..120 giorni in cui io non sapevo che ero felice con lui, che mi raccontava di se stesso e della sua vita e io che mi sentivo circondata dalla sua gentilezza, dalla sua tenerezza...
Poi ci svegliammo dal sogno e tornammo alla nostra vita...con un dolore che mi trafusse il cuore, talmente forte, che andavo a nasconderm in bagno o aspettavo che tutti dormissero per poter essere libera di piangere.
Sono passati tanti anni....e ora, che il tempo ha piegato il mio corpo, ma ha lasciato indemme il mio cuore, quando ho bisogno di tornare libera e bella, vado sul ponte e respiro forte...chiudo gli occhi e lui è qui, sento le sue mani sotto la mia camicietta, le sue labbra sul mio collo, il suo respiro profumato...Vale la pena vivere per un momento solo di felicità...

All'orientale

 
questo cadere
in rosa profumato
è solo gaudio
 
rinfrancandoti cuore
viene un nuovo giorno
 

Il gesto di Marta

Eravamo sulla roccia a strapiombo, dove la costa è uno sperone del tutto simile ad un dito puntato nell’occhio verde del mare e le onde del med sembrano un continuo battito di ciglia che umidifica per liberarsi dal granello di calcare.  
 
Fermi alla curva, proiettati sullo sbalzo che regge una terrazza naturale dall’incredibile sapore di pericolo, osservavamo a destra la baia a cui dava luogo lo stretto promontorio sul quale, chiusi l’uno all’altro, ci aprivamo al sordo rimbombo sotto i nostri piedi: sembrava provenire dal centro della terra ed amplificarsi in noi suoi timpani, ma era solo il mare.
Quaranta metri più in basso, il terrore svaniva in una morbida spiaggia bianca che pareva un sorriso di bimbo, e le ginestre, sulle pareti dell’imbuto, quella indomabile chiosa gialla che accompagna una chioma rada ma fluente di macchia mediterranea.
 
Poco prima, il vento della velocità, nella decappotabile nera, aveva scompigliato pensieri ed attese, come capita negli improvvisi rovesci della sorte, che portano dall’attimo della più ampia serenità al pozzo del tormento: quasi che le ostruzioni di colpo si frappongano con un rapido gesto intromesso.

Quanto

Quanto
amore m'è mancato mai
se ancora sogno di averne sempre.
un cuore gonfio di respiro
un'otre vuoto, lucido profumato
                                     come una valle ansiosa di lago.
                                     Sentire
                                     schioccare di vele, frusciare di chiglie
per portare sogni oltre l'orizzonte
al traverso dell'anima
anche soltanto per momenti
purché intensi
vorrei.
 
 
 

Dopo

Quel saluto freddo sgonfio
come un frettoloso orgasmo
s'è appeso ai fianchi
m'intriga persino il pensiero.
e sembrava una bella chiusa
l'alba.
t'avevo rincorso sul prato
desiderato e preso
percezione frale del vero
nubi candide attraverso il cielo
e il vento che frugava
nei capelli mossi.

 

Pietre di città

 
Pietra su pietra
in bilico ma il verde
resiste e il cielo.

Amore mercenario

Come ombre si muovono
questi sospiri ed affanni che m'assalgono il cuore.
Un nodo di fumo alla gola
che sale e s'insinua
fra le pieghe di una bocca ardente

Cose Così [alle scosse e ai fulmini del tuo tuonarmi]

Scendo precipitosa una scala di marmo, sciolti i sandali, il freddo sulla pianta del piede. M'intingo del blu delle pareti, sciolgo i fiocchi ai pacchetti sulle nicchie nel muro. Sa di primavera ed è già estate, quest'arietta tiepida che muove le gonne, scondinzola sulle caviglie scoperte, porta a passeggio il quotidiano ai marciapiedi. Leggi tutto »

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