Lontano...
più lontano
degl'occhi di mio padre
fiumi grandi
sponde perse alla vista
noi
tra i tanti
che spingiamo
tronchi alla corrente
mattino e sera
il freddo che punge
ghiaccio e neve.
Lontano...
molto più dietro
di questo mio vetro
ricordo
il tempo del muschio dei boschi
non ricordo le voci
ma pioveva e tuonava
e rombava nel cielo
un leggero tuono distante
Occhi bassi
a guardare i pesci
passare sotto noi
piste distratte
tratti lunghi e ritorni
e spinger di tronchi
un senso inquieto
di provvisoria vita
e poi
pericolo,
cammino insolito
non scelto
ma obbligato.
Scantinati
fango e acqua
vecchi e stanchi
fredde capanne
giacigli scaldati
e tronchi tagliati
querce umane
animali da bosco
scopritori di terre lontane
srotoliamo sfortune trovate
giammai cercate.
È così che ricordo
e vorrei non pensarci
vado avanti
tagliare e tagliare
rumori della mente
vi sento qui
intorno a me
seduto... anch'io tra voi
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