Scritto da © matris - Ven, 02/09/2011 - 19:58
16000 anni sono passati dalla camera degli assassini, dall’attuale Eden Turco alla costruzione dei dolmen chiamati ora Stonehenge.
Lascia la bipenne nella camera degli assassini, Manuela, è normale che non riusciamo a rendere la giustizia una norma seguita dalla nostra comunità, ancora una volta la vuoi brandire per farti giustizia da te, piccola meteora selvaggia, non vedranno mai la luce i nostri figli, la luce del sole accecante ed abbagliante fino alla nausea, i nostri occhi oramai non sono che adatti per l’oscura notte.
L’oscurità ci ambisce e ci rivela la nostra inettitudine di scavatori ormai stanchi, il tunnel è quasi completato, siamo arrivati più a nord possibile ed abbiamo evitato il peggio non uscendo alla luce il ghiacciaio ed il riverbero ci ucciderebbe all’istante o meglio nel corso di pochi giorni per i più forti di noi. Siamo al sicuro solo in questi cunicoli e pertugi che occorrono alla nostra miserevole vita.
Il sole ci spazzerebbe via, siamo umani solo poveri umani che non si sanno ancora organizzare. Siamo pieni di dubbi e di preoccupazioni di non potercela fare, siamo il popolo della notte e della morbida terra, la nostra unica e sola volontà è quella di finire questo percorso per erigere al fine all’esterno un possente Eden megalitico di roccia pura, che sia da monito per tutto il tempo a venire della nostra poesia del nostro coraggio e della nostra immane sfida, siamo gli unici creatori di questa terra i soli lasciati ad annoverare il destino degli uomini, a lasciare il segno, i metà uomini della luce se ne sono già andati e ci hanno lasciato il compito di vincere la sfida per poter progredire per essere i soli della terra, i soli, le luci immani che si lasciano corrompere solo da altri soli, siamo le meteore i figli delle meteore.
La tana che ci vede ora ammutoliti di fronte alla potenza delle stelle un giorno si aprirà e potremo lasciare il nostro cunicolo per alzare le braccia al cielo e dichiarare la nostra vittoria.
Erigeremo un possente circolo di roccia pura la pura essenza della vita, l’indistruttibile continuità che vive oltre, che sconquassa il tempo ed i suoi rimandi, siamo gli unici i soli.
Non esistono parole nuove la vita è nell’erigere un dono ai figli delle meteore non siamo che umani e possiamo superare la sfida della terra per oltrepassare il muro di solitudine e vincere sulla morte, e vivere per sempre imperituri e soli.
Distruggeremo tutto ciò ci si pari innanzi per trattenerci per fermarci per sobillarci per dividerci per far crollare i nostri sforzi immani che da millenni perseguiamo, la via per la luce.
Il sole diverrà il nostro servitore e apriremo le nostre vite alla coltivazione dei terreni lasciati liberi dal fragore delle fiamme che li bruciano, che li azzereranno, saremo i soli le luci di questa avventura e poi potremo chiamare a raduno il nostro popolo e vincere su tutto e tutti.
Animali, piante, paludi, insetti, fiere, saranno nostri sudditi o moriranno sotto il peso della Bipenne, sotto l’accusa delle nostre sacerdotesse, noi lavoreremo per la via da ripulire come i vermi del sottosuolo ci hanno insegnato, saremo forti e vincitori, i lavacri saranno colmi del sangue di chi non avrà la paura di affrontarci, saremo mortali serpenti velenosi che si batteranno per la sola verità, per la sola certezza.
I figli delle meteore ci hanno lasciato un compito da assolvere, arrivare più a nord possibile ed erigere il nostro circolo di pietra, e noi saremo là tra poche centinaia di notti, siamo alla fine del nostro cunicolo della nostra notte e potremo esultare di vittoria e sgozzare i topi ed i bambini che nasceranno per la grande festa.
Grazie Manuela per la tua pazienza, ci siamo quasi, ci siamo quasi.
L’oscurità ci ambisce e ci rivela la nostra inettitudine di scavatori ormai stanchi, il tunnel è quasi completato, siamo arrivati più a nord possibile ed abbiamo evitato il peggio non uscendo alla luce il ghiacciaio ed il riverbero ci ucciderebbe all’istante o meglio nel corso di pochi giorni per i più forti di noi. Siamo al sicuro solo in questi cunicoli e pertugi che occorrono alla nostra miserevole vita.
Il sole ci spazzerebbe via, siamo umani solo poveri umani che non si sanno ancora organizzare. Siamo pieni di dubbi e di preoccupazioni di non potercela fare, siamo il popolo della notte e della morbida terra, la nostra unica e sola volontà è quella di finire questo percorso per erigere al fine all’esterno un possente Eden megalitico di roccia pura, che sia da monito per tutto il tempo a venire della nostra poesia del nostro coraggio e della nostra immane sfida, siamo gli unici creatori di questa terra i soli lasciati ad annoverare il destino degli uomini, a lasciare il segno, i metà uomini della luce se ne sono già andati e ci hanno lasciato il compito di vincere la sfida per poter progredire per essere i soli della terra, i soli, le luci immani che si lasciano corrompere solo da altri soli, siamo le meteore i figli delle meteore.
La tana che ci vede ora ammutoliti di fronte alla potenza delle stelle un giorno si aprirà e potremo lasciare il nostro cunicolo per alzare le braccia al cielo e dichiarare la nostra vittoria.
Erigeremo un possente circolo di roccia pura la pura essenza della vita, l’indistruttibile continuità che vive oltre, che sconquassa il tempo ed i suoi rimandi, siamo gli unici i soli.
Non esistono parole nuove la vita è nell’erigere un dono ai figli delle meteore non siamo che umani e possiamo superare la sfida della terra per oltrepassare il muro di solitudine e vincere sulla morte, e vivere per sempre imperituri e soli.
Distruggeremo tutto ciò ci si pari innanzi per trattenerci per fermarci per sobillarci per dividerci per far crollare i nostri sforzi immani che da millenni perseguiamo, la via per la luce.
Il sole diverrà il nostro servitore e apriremo le nostre vite alla coltivazione dei terreni lasciati liberi dal fragore delle fiamme che li bruciano, che li azzereranno, saremo i soli le luci di questa avventura e poi potremo chiamare a raduno il nostro popolo e vincere su tutto e tutti.
Animali, piante, paludi, insetti, fiere, saranno nostri sudditi o moriranno sotto il peso della Bipenne, sotto l’accusa delle nostre sacerdotesse, noi lavoreremo per la via da ripulire come i vermi del sottosuolo ci hanno insegnato, saremo forti e vincitori, i lavacri saranno colmi del sangue di chi non avrà la paura di affrontarci, saremo mortali serpenti velenosi che si batteranno per la sola verità, per la sola certezza.
I figli delle meteore ci hanno lasciato un compito da assolvere, arrivare più a nord possibile ed erigere il nostro circolo di pietra, e noi saremo là tra poche centinaia di notti, siamo alla fine del nostro cunicolo della nostra notte e potremo esultare di vittoria e sgozzare i topi ed i bambini che nasceranno per la grande festa.
Grazie Manuela per la tua pazienza, ci siamo quasi, ci siamo quasi.
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