Scritto da © francesco ballero - Ven, 04/12/2009 - 10:23
Tu prendimi, Signore, e fammi fuoco
in questa mia sera
di sfibrati abbandoni.
Io affido al tuo respiro la mia pena,
la brace che mi inchioda,
come ali che riposano sul vento.
Se all’ombra si diradano i colori
nelle parole tremule
dette tra me soltanto,
plasmami uccello che vola alla foce
tra le case che illuminano i campi
nella minuta fiamma del mattino.
Risillaba la vita
quale allegra aria che scuote i bambini
questo tuo riflesso agile di luce.
© francesco ballero
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