Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Ven, 26/06/2020 - 10:12
E poi scrivere, scrivere ancora con la penna che segue il pensiero e non si stacca dal foglio.
E poi ripensare al giorno, contare i passi compiuti. Un conteggio vano che si ripete nell'iperbole della vita.
Ma cos'è questa luce, questo vuoto ricco di assenze che mi attornia. Passi lungo la direttrice del pensiero, dove rimangono solo gli occhi per comunicare un insieme di sentimenti che si perdono nello sguardo.
È triste il giorno, dalle sue lacrime spettinate, dai suoi spazi da comporre, dalle sue evasioni inevase. Cerco la notte nelle rimembranze delle stelle, nell'incanto del cielo notturno, nel silenzio dell'anima, nel germogliare di una pace interiore che fugge come una ladra.
L'istante dona, caratterizza uno spicchio di vita. Capovolge i passi, ti arresta su una situazione. Un gioco di allegorie il giorno. Fantasmi che vagano tra la folla, che intrecciano incontri. E allora ti accorgi che le stanze della vita e sono grandi quanto uno sgabuzzino, e sogni la fuga nelle parole, per abbracciare l'infinito.
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Inserito da woodenship il Dom, 28/06/2020 - 15:40. #
Bellissima, di una poeticita che sfugge dalla prosa, arrivando al cuore romantica e sentita...
Un caro saluto
....... W......
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