Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Mer, 01/11/2017 - 18:14
Lei – Li vedi quei due?
Lui – Certo che li vedo.
Lei – Cosa staranno pensando ora?
Lui – Lo sai benissimo a cosa pensano...
Lei – Già, perché noi lo sappiamo, vero?
Lui – Certo.
Lei – Ma non troveranno strano ritrovarsi tutti e due qui, in un letto d'ospedale?
Lui – Si erano persi di vista da tempo...
Lei – Dal funerale di nostra madre...
Lui – Molto prima.
Lei – Crederanno ad una coincidenza, a quello che i mortali chiamano destino.
Lui – Già, il destino... sapessero...
Lei – Guarda, tuo figlio dorme, sogna. Il mio ricorda Mestre, Venezia.
Lui – Bella Venezia!
Lei – … ricorda quando lo portavamo al mare vestito da marinaretto, con tanto di cappellino con visiera.
Lui – Ero stato a Venezia, se ricordo bene, con mio cugino. Molti anni fa.
Lei – Già, anche loro sono cugini...
Lui – Domani li operano...
Lei – Tanto noi sappiamo come va a finire.
Lui – Già, questa è una cosa che qui ci è data sapere, vero?
Lei – Non si sono quasi mai frequentati...
Lui – Perché noi due sì?
Lei – Già, tu ti sei sempre allontanato.
Lui – Perché tu no, vero?
Lei – Ricominci? lo sai che sei “moschino”. Lo sei sempre stato!
Lui – Brava te!
Lei – Ma hai voglia di litigare anche ora che siamo qui?
Lui – Sei sempre la solita.
Lei – Anche tu!
Lui – Vado.
Lei – Anch'io. Ma non vorrai lasciarli soli?
Lui – No.
Lei – Appunto!
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