Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Lun, 13/02/2017 - 10:51
La lettera l'aveva ricevuta quel mattino nuvoloso e grigio come la cenere. Lui era partito lungo la rotta del nord. Dell'aereo erano settimane che non si avevano più tracce. La lettera era stata spedita dalla base della Groenlandia, da un suo collega pilota. Lui gliela aveva sporta prima della missione volo sulla banchisa artica.
La donna si affacciò alla finestra e stringendo nel pugno della mano la lettera, guardò il cielo verso l'orizzonte, mentre le sue parole continuavano a risuonarle nella mente.
La donna si affacciò alla finestra e stringendo nel pugno della mano la lettera, guardò il cielo verso l'orizzonte, mentre le sue parole continuavano a risuonarle nella mente.
"Non importa dove andrò, non importa cosa farò. Ci sono istanti dove le storie si incrociano. Si scontrano. Scivolano nel grande mare del tempo. Puoi passare cento vite, e come un fiore, appassire e germogliare nella dislessia dei giorni, ma non sarai mai sola. Due anime quando si incontrano si scontrano e si compenetrano. Può crollare il mondo ma noi comunque ci saremo. Ci saremo oltre le distanze, oltre la fuliggine dei pensieri, nel maremoto dei sentimenti, negli spazi del giorno, da qui all'infinito. Nella gioia e nel dolore, partecipi alla vita. Quante albe e quanti tramonti il giorno ci dispenserà nell'affrontare il nostro destino. Raccolgo tutti i sorrisi di un istante, là, dove il pensiero si annida nei tuoi spazi. La tua voce è un canto gioioso che si leva dalla terra. Perchè, sì: Non importa dove andrò, noi due saremo sempre sotto la stessa luna."
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