Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Dom, 12/03/2017 - 23:53
Qual'è il poeta che amo?
Potrei cominciare così, parlando di Leopardi, per perdermi tra i banchi di scuola e su quell'Infinito che non riuscivo mai a visitare. Mi divertiva di più “Il sabato del villaggio”, con quella donzelletta che si “adorna il petto e il crine” che pareva buffa e gioiosa.
Ma la felicità consiste davvero nell'aspettativa? Così dice il poeta: “Questo di sette è il più gradito giorno /pien di speme e gioia:/diman tristezza e noia/recheran l'ore, e al travaglio usato /ciascun in suo pensier farà ritorno.”
C'è forse più piacere nel desiderare che nel raggiungere l'oggetto desiderato?
Di certo - quando si lavora – il lunedì è sempre un giorno drammatico.
Poi c'era quell'altra poesia” Pianto antico”, del Carducci, che me l'avevano fatta trangugiare a cucchiaiate e la recitavo a memoria come un pappagallo. Con quella “terra negra che il sole più non rallegra...” che mi intristiva soltanto a vederne il titolo.
Abbandonato l'abito scolastico e, con una accelerata sul cursore del tempo, si cresce e la poesia entra nella mia vita così, un po' per caso. Un giorno, uno qualunque, ho provato ad incolonnare alcune parole, la settimana enigmistica era sul davanzale del bagno, avevo finito i colori per dipingere, e allora ho usato le parole.
Da lì ho ripreso in mano gli abbandonati poeti degli anni scolastici, gli stropicciati libri e ho rispolverato Ungaretti che amavo per quell'oscuro sussurrarti all'orecchio e farti battere il cuore.
“Soldati. Si sta come/ d'autunno/sugli alberi/le foglie.” In quelle quattro strofe c'era tutto un dire, un gridare sulla caducità della vita.
E quell'”mi illumino d'immenso”, della poesia “Mattina”, mi ricordava l'accensione di una lampadina. Altro che ermetismo!
E se la poesia fosse davvero un lampo? Un'esplosione?
Leggendo le poesie mi rendevo conto che la loro magia consisteva dalla capacità di quei versi, di quelle strofe, di far esplodere dentro di me forti emozioni.
Era importante capire il loro significato? Sapere cosa voleva dire il il poeta? Quando l'aveva composta?
No. Io mi fermavo sulla soglia della loro porta e guardavo i colori dell'arredamento. E se quei colori mi facevano scattare un clic dentro, mi infiammavo come un cielo al tramonto.
Amo un poeta in particolare? No. Ne amo molti, famosi e non, ma tutti quelli che mi creano una slavina d'emozioni con i loro versi.
E ciò mi rende felice.
La poesia è un incanto
una montagna da scalare
è l'uccisione del Minotauro
è volare nell'infinito...
Ti libera dalla gravità
dell'istante
allora vibri in sintonia
con l'universo.
Quel briciolo di felicità
che ti crea
è il sassolino nella scarpa
che ti fa sentire vivo.
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