Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Dom, 31/01/2016 - 22:48
E sotto la neve sbucherò come un fiore a maggio. Vorrei correre su sentieri luminosi, perchè la luce modula la vita e l'accompagna. A volte il pensiero frena e si fa zavorra, e allora occorre correre a piedi nudi su prati fioriti. Oggi è un giorno come un altro, non c'è un perchè in questo scorrere del tempo, se non la vita.
Smagliature del giorno, ed ecco che il pensiero si fa scheggia, spina dolorosa. Punge, sollecita. Eppure è la sola libertà priva di gabbie. Non c'è costrizione nel pensiero personale, e non c'è cammino se non nella propria storia famigliare. Compirò gli anni in un giardino d'inverno, quando i fiori declineranno la luce e il bianco del tappeto nevoso coprirà con la sua coltre il pensiero.
Scivola lenta la musica dei giorni trascorsi. Sono pause in questa corsa priva di meta. E' nel labirinto delle immagini che la notte si ferma e si pone in ascolto. Voglio sentire una melodia amica che sollevi la gravità del mio corpo, della mia anima. Se svolgo il nastro delle mie emozioni, carta carbone di attimi intensi, mi accorgo che sono pallide figure quelle tratteggiate. Solfeggi impolverati di istanti sublimi. Lo statuario della mia vita.
Eppure corro lungo i canali imbolsiti degli anni. Corro su una traiettoria creata un secolo fa. E la corsa si fa sempre più vana, diafana e inconsistente. E' l'abbrivio di segmenti sparsi sul tavolo della vita. Pallide icone del tempo. Samurai in una corte di uno stato in perenne pace.
E allora, non potendo arrampicare su pareti di roccia, corro sulle parole. Solfeggio versi inutili da accartocciare al primo incrocio. Se la vita è tedio la fuga da essa si esplica attraverso il pensiero e la parola.
Fiorirà ancora l'apidistra?
»
- Blog di Rinaldo Ambrosia
- 707 letture