Scritto da © Giuseppina Iannello - Dom, 01/05/2011 - 09:36
Finché hai potuto,
tu mi hai accompagnato
per i sentieri impervi
della vita,
per le strade del mondo,
Tu che non eri stato
prima d'ora,
oltre i confini di Roma,
Padre,
fragile cuore.
Ero sempre per Te,
quella figliuola, che
temeva l'ignoto.
Sentivo nella mano
il tuo coraggio,
il Tuo nobile cuore,
e la preghiera:
“Signore, dammi forza.”
Oggi... Tu sei malato;
i tuoi occhi pensosi
si interrogano sul
vuoto dell'esistenza.
Papà,
Ti chiedo perdono
per quelle volte
in cui non Ti ho capito
per quelle gioie
che io non Ti davo,
per le mie colpe
che hanno alimentato,
quelle degli altri.
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