Scritto da © fabiomartini - Sab, 08/05/2010 - 18:56
Io che avevo un bottone di baco
e una seta di rose rosso ardente.
Un paio di scarpe da clown gialle
e occhiali da sera grandi e scuri.
Una vecchia Olivetti portatile
e un treno già al ritorno.
La tessera del Genoa e un fondo di vin bianco.
Un genio d’amico che suonava al piano
canzoni d’amore senza il do e il fa.
Un vecchio avvocato. Una maniglia segnata,
una bici diabetica, un cumulo, un cirro,
un estratto, un cammello col re Baldassarre.
Mia Nicol dissi e Gioconda rispose.
Mia Wendy, la prima signora... la più bella.
Volavano via i tre moschettieri.
Rin tin tin, il mio jojo, l’azzurro del mare
il sette di coppe e lo sguardo di te
che mi uccidevi il cuore.
Il bosco di note e il tempo che passa.
Una lampada di Aladino
dentro un cappello a cilindro.
dentro un cappello a cilindro.
Non sapevo che la primavera
durava solo un secondo.
durava solo un secondo.
...ma io volevo soltanto scriver la poesia
più bella del mondo.
più bella del mondo.
... Io volevo soltanto scrivere
una poesia...
una poesia...
Ora vi presento la mia nonna Abelarda.
La mia sposa solitaria.
Il padrino che mi sposò.
Il padrino che mi sposò.
La legione straniera.
Mio fratello che vende la merce
al mercato ambulante
al mercato ambulante
e Simbad che vende il nipote cantante.
La puttana Carlotta e il suo cane bassotto.
La mia giubba di cotta di maglia
e contro il destino continuo la guerra.
Ma riposa chi sogna nel sogno.
I bimbi ad esempio,
così quando sogno, fingo anch’io...
Le banche ai conti del business
all’accademia del furto, canto,
del cigno il “Simon delle sirene”
del cigno il “Simon delle sirene”
che pianse al monte Calvario.
Se tu volessi sposare il commissario, dissi,
il carro è al ponte e la speranza allo scoglio del mare.
Il si del cane e la demenza. La lista del ricercato
e poi tu, bottiglia di rum a un concerto lontano.
Vuoi sapere la lezione al coma profondo?
Non puoi pensare diverso è la canzone
della barca sul mare. E della foresta incantata
le lacrime a piovere
quando valeva la pena.
quando valeva la pena.
E della pagina di una poesia
che parlasse del mondo.
che parlasse del mondo.
Della penna intinta nell’inchiostro
colato e iracondo…
E pensare che io che volevo soltanto
scrivere
...la poesia più bella del mondo.
...la poesia più bella del mondo.
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