Scritto da © matris - Ven, 08/06/2012 - 09:40
Le spade dei sogni sono roteanti frese
nella ossa l’aria del mattino,
il resto sfocato dal tutto s’apriva.
Adoni che servendosi di astratte parole,
muovono prodi i gladiatori alla pugna.
Stanchi di guardare la rena attaccata ai calzari,
sognano un desco e una smania d’amore
alle discese dismesse di parole
ai baci al culo al Bafometto,
ai poveri canzonieri, ahimè,
Adoni che servendosi di astratte parole,
muovono prodi i gladiatori alla pugna.
Stanchi di guardare la rena attaccata ai calzari,
sognano un desco e una smania d’amore
alle discese dismesse di parole
ai baci al culo al Bafometto,
ai poveri canzonieri, ahimè,
che danzano e suonano,
alle bisbetiche voci
alle bisbetiche voci
che rinverdiscono il dono
solo luci soffuse e lamenti.
Ci si spara ancora
Ci si spara ancora
qualche avanzo di montone
giù per la gola felici e contenti.
giù per la gola felici e contenti.
L’arsa distesa del domani è fatto,
sarà ora il fato a sfamarli alla bisogna,
aedi, speme del diavolo servitù da gogna.
aedi, speme del diavolo servitù da gogna.
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