Scritto da © matris - Lun, 24/06/2013 - 16:22
L'hai lasciata la sera ad aspettare i primi bagliori d'un ruggente giorno
attendevi sgambettar via l'ombra del tuo sorriso, assolo carente di parole
fattesi amorevoli le rimuginavi lento, il guercio mondo s'infuria ora..
un turbine il gelo a lasciar scorrere la vita senza distogliere l'anima dal viverla.
Il capo era bianco aspettava la mimetica neve che raggelati gli anni passava ad inglobare speranze e fati nei giorni cari al solstizio, l'inverno aspettavi.
Laggiù si muore disse la luna sfregandosi il naso con un dito,
laggiù il tempo si perde ignaro del percorso cosmico in una nuvola di comete.
Non aspettiamo ancora quello che la natura ci dona, viviamolo dentro come un regalo
un piccolo fiore schiuso aprirà al mondo i suoi colori accesi;
malcelando i sentimenti aggrappiamoci forte alla barca della vita sballottata tra i marosi in balia del nostro minaccioso mare.
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