Scritto da © francesco ballero - Lun, 09/05/2011 - 13:18
Di te vidi su un letto di silenzio
solo un’ombra tremante fra i ricordi
col suo involto di toppe e di rammendi,
e dalla tua grandezza la mia pena
prese la forma ansiosa di un tumulto
- sfioriva alla finestra il biancospino -.
Ma in me risuona adesso ogni tuo gesto
che rassomiglia a battito di pioggia
evaporata in una mite luce.
Mi soccorre la grazia di un aprile
nel quale si colorano le nuvole,
lo sguardo scioglie il gelo dei pensieri.
Riaffiora sulla scia della memoria
la veste tua di sole e di dolore,
al rapido respiro della sera.
Ed ecco, madre, avverto il tuo ritorno
accanto ai passi della mia speranza
su una terra che muta di colore.
Esile fiamma davanti all’Eterno,
tu dilaghi dal cielo e sei presenza
ed ogni volta afferri la mia mano.
* in vista della prossima festa della mamma
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