Scritto da © matris - Mar, 29/05/2012 - 22:32
Lontano sfrecciano fredde luci
negli attimi consumati i treni caldi
invitano felini ammaestrati,
pensieri travolti
in barlumi incandescenti
di città, case, porti
strizzati tra correnti fili essudati cotonosi
d'anaglifiche retine di speranza
come ditteri nel dolce calice si spezzano
i fili di lana nell'attimo predato.
La marea ingrossa, il sangue rinvasa animoso
e nei cuspidi incroci zodiacali
s'irradiano presagi, elitarie energie
sorgono clementi al ritmato suono
tremori di nacchere, corna di tori.
Come rettili adeschiamo il sole alla pelle,
bacche mature di rosse tentazioni
germinano attrazioni palesando mimici
scarti sfuggenti nei penetranti sguardi
solo il contatto con la natura fa si che
l'ofide animandosi avvisi di riguadagnare la via.
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