Scritto da © Livia - Sab, 30/03/2019 - 18:33
I miei giacinti sono sfioriti
nel profumo tardivo di marzo
ed ho voglia di quel maestrale cupo
che alza i capelli, e spettina le nuvole
che porta i fiori del melo
nelle pozzanghere e li fa danzare
come coriandoli impazziti.
La mia anima è una spiaggia appartata
di stagioni imprevedibili
un’ombra al sole
nell’inverno dei miei millenni
ma oggi canto la fragilità
un po’ ubriaca di quest'aria dolce
un po’ sobria delle voci che non udrò più
e trattengo un allegro fiato di vento
un sorriso, una leggerezza.
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