Scritto da © Livia - Gio, 17/01/2013 - 13:49
Mi disse che aveva disegnato
sui muri della scrittura
mentre si pensava poeta
in un canto libero d’ascolto,
mi disse di aver sentito le mani stringersi a pugno
contro la sua faccia
contro quella di tanti altri
per gelosia o chissà quale altra strana antipatia
forse perché noi non andiamo al passo
o perché rimaniamo dentro noi stessi.
Andandosene ha sorriso
e io ho pensato che la libera espressione
è un canto che non tutti riescono a sentire
che l’unità di razza è un’utopia
dentro un volo di rondini
senza cielo
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