Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Lun, 05/03/2012 - 18:28
Partitura per versi e prosa
Sono voci che in quell'aula prendono forma.
Dapprima incerte, flebili, timorose, accennate. Parte il solista e il direttore inizia a scandire i tempi, a dirigere la partitura. Tu ti ritrovi tra altre persone che danno forma e vita alle loro pagine, alle loro parole. C'è un passato che si srotola, tra gioie e dolori, tra le pagine di vita e le storie che si intrecciano, che scaturiscono da un'infanzia comune. Luci e ombre di amori negati. Gesta di genitori che hanno cresciuto i figli sotto una pioggia di bombe.
Ci sono passioni sopite che urlano forte la loro presenza e la gioia di un verso fa capolino come un raggio di sole. Una partitura ti accompagna tra i sentieri agresti. Storie di città; oggetti che, come relitti, affiorano dal passato. E tu navighi, cullato dal suono delle storie, percorri sentieri che mai avresti conosciuto.
La poesia si fa spazio, ti sembra una fata che cammina a piedi nudi nella rugiada del bosco, ma il laboratorio reclama forte l'uomo faber. Il direttore d'orchestra chiede l'attenzione dei musicisti e allora, a casa, nelle pieghe del silenzio, tra gli spazi vuoti del giorno, chiudi fuori gli affanni e inizi a scrivere e a comporre.
Superi l'impatto dell'onda bianca del foglio, ti sembra una slavina che si infrange sui tuoi occhi e fa male quel biancore che ferisce. Scrivi, mentre acchiappi i tuoi sogni, imbrigli le tue passioni e trascini tutto sulla carta; lì vedi le parole nascere, un'aiuola che sboccia e fiorisce. Un soggetto va alla ricerca del suo predicato, un attributo cerca il suo sostantivo, mentre la congiunzione si lega a due periodi. Consegni alla scrittura il tuo mondo interiore, tutta la tua vita. É una partitura musicale che abbandona il foglio e si diffonde nell'aria.
Nel fare ciò, c'è un senso di piccolezza che ti coglie, ti sembra di rimpicciolire tutto, di farti da parte mentre la parola s'ingrossa e prende forma, mentre la storia cresce e si dipana. Sembra che ti spinga fuori, che ti releghi al ruolo di osservatore.
Tu sei solo un padre occasionale, lei è lì che vuole nascere e vedere la luce. Poi, quando tutto è concluso, prendi il foglio e nel laboratorio, sotto l'attenta direzione di Maria, dai fiato al tuo strumento e le parole fioriscono e si diffondono, rimbalzano nell'aula e, tra tutti i partecipanti, cresce e prende corpo la polifonia.
Laboratorio di scrittura dell'Unitre di Rivoli
Direttore: Maria
Musicisti: Rosy, Ivana, Anna, Beatrice, Silvana, Rosa Maria, Luciana, Rosa, Silvy, Maria Luisa, Gina, Mara, Lucia G. Lucia Z.
Renato, rinaldo Domenico, Osvaldo, Beppe, Franco,
marzo 2012
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