Scritto da © matris - Sab, 07/05/2011 - 08:13
Ricorrono le gioie tra i fili d’erba verdi di primavera
accolta tra simbiosi e patemi t’ammiravo l’anima
sembrava la calda carezza che il tuo sorriso
impalmato degli occhi sognanti il mare sfiorava.
Vestivi di rose bianche i tuoi capelli
vanitosi di sguardi raccolti in desiderio
carpito ai respiri di karma esalato dal soffio,
astute mire regalavi ai piccoli fremiti
che le tue labbra rapivano in solitari voli.
Crome temprate di vento picchiettavano
scandendo i battiti del tuo amore.
Poterti amare? Attrice che divina appari,
cingerti di profumi inebrianti e vesti
predate in cambio d’oro schiuso dai sapienti.
A volte, aspirano a raggiungere le parole
la vetta della montagna, precipitando lievi
i colori che i tuoi occhi mutano in visioni
lasciate piombare giù a volo di falco a ridosso
del bianco candore della pelle dei tuoi sogni.
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