Scritto da © Giuseppina Iannello - Dom, 03/04/2016 - 09:53
Tra tanti paesi incontrati,
tra vicoli e strade in salita,
sei tu a rimanere nel cuore,
paese lontano, lontano.
Le case piccine, piccine
avevano sguardi curiosi
per ogni passante
che nuovo, toccasse
il tuo suolo.
Da esigui balconi, gerani,
ma pure garofani, rose
sporgean le testoline,
scrutando, scrutando
ogni cosa.
E c'era, per ogni dimora,
un muro, una sedia,
una panca,
perché riposassero al sole,
i vecchi, la voce un po' stanca
che fiabe racconta ai bambini.
E c'erano, poi, le maggiori
fanciulle, intente al lavoro;
con l'ago e col filo di “oro”
seguivano il loro ricamo.
E c'era, paese lontano...
In piazza l'antica chiesetta;
la nonna vi andava ogni sera
a recitare il rosario.
Di tempo sai, ne è passato,
ma tu rivivi nel cuore
tra canti liturgici lievi
lungo le strade in salita.
Cortei religiosi, e risplendi
nel mese di maggio
tra rose, tra gigli e profumo
d'incensi
aspersi in onor di Maria.
Nel canto di nonna ti sento:
rinasce l'antica poesia;
respiro quel tempo, paese.
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