Scritto da © Livia - Mer, 18/04/2012 - 11:53
La mia malattia.
Questa inguaribile cosa di carne di parole
e senza mai morte,
inquietamente viva polverosa cristallina
e …senza voce si sente meglio
quando sfioro, semplicemente così
come fa la neve, la pioggia
quando percepisce la scossa della terra
in quel raro contatto di un nobile istante.
Eppure la mia malattia è fatta di parole
sotto la brace di ceneri mai spente
sepolta da un vuoto di mani gelose
che se ne vanno a stringere calori inesistenti.
La mia malattia chiusa nell’eco
di silenzi, febbricitante di scintille
e brusii portati da altre parole,
ed anche le tue,
che han smesso di narrarmi di te.
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