Scritto da © matris - Dom, 20/05/2012 - 11:56
Il vento cala i suoi assi
vento di tempesta,
vivo per affanno
su una ruota che gira
e scarta i peggiori
il tempo fissa immobile
pensieri che non partono
dimorano nella sete di giustizia.
Ladri di calamità
rubano il sangue dei poveri
animali da cortile allineati
un lascito funereo
rispecchia il reso,
salite inarrivabili
sogni restituiti
per non operosità,
menti che fuggono
trascinate dall’orgoglio di esserci,
seminati beccati dai corvi
alla gogna i sordi appelli,
“Ci siamo anche noi
in questo mare che inghiotte la vita”.
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