Scritto da © matris - Sab, 09/06/2012 - 07:46
Tempi che vanno via
come invisibili giorni
esecrando stolidi venerdì.
Torrenti d’acqua muovono esiziali
al fumo di un comignolo,
giochi rotti abbandonati dai bambini,
beffarda filogenesi del tredici,
cabalistica visione d’un Europa inabissata
trapuntata in speroni acuminati.
Squarciavi l’aria urlando maledizioni
nel liquido nero d’una prua poggiata
al fianco, nel rotto silenzio dei motori
tacevi rispettoso al grido disperato
delle genti tradite, nell'acuto lamento
invaghito delle Sirene dirottate.
Poi di nuovo un altro giorno ammansito,
la buriana negli infiniti invasi taceva,
rimanevano ora le anime spezzate
a sorvegliare nei fluidi reticoli
i sepolcri marinati a dimore perenni
dei sventurati inchini in un inverno smarrito.
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