Scritto da © neraorchidea - Gio, 15/10/2009 - 07:47
E io sono quella con lo sguardo sottile
gli occhi chiari schiariti di sole
le mani piccole a raccogliere stelle
il cuore a saggiare l’approdo
il ventre a partorire la morte
il suo amplesso blasfemo
e lui
è quello dallo sguardo di fuoco
gli occhi d’oro e di nuvole
che vaga in una Cartagine azzurra
in silenzioso cordoglio
all’ombra di antichi guerrieri.
lo tratteggio a matita
il suo sguardo indeciso
nel lamento di un giorno d’autunno
con Tiro alle spalle
Pigmalione pellegrino sui fianchi
adesso che i nidi non hanno più uccelli
e il bosco non ha più spighe di grano.
sembro una bambina nella mia tunica bianca
sembrano rose le orme di sangue e di neve.
Sembra impossibile che sia già ora di andare.
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