Scritto da © Fulvio - Lun, 30/08/2010 - 10:47
Si spartivano qualche applauso e molte spine. Come tutti gli artisti di strada.
Lui, ormai in età, avrebbe rinunciato da tempo a esibirsi, ma continuava a farlo per lei. Peraltro era lei ad attrarre quel poco pubblico con la sua voce melodiosa. Una voce che ammaliava anche lui che, a volte, quasi non respirava per starla a sentire.
L’ultima esibizione della serata s’era ormai conclusa quando l’improvviso nubifragio li costrinse al riparo in un anfratto della notte, gelida, nonostante alitasse nell’aria qualche timida promessa di primavera. E come ogni notte, lui s’addormentò abbracciandola stretta.
Lo trovarono la mattina dopo, ormai rigido, con le braccia a semicerchio, come se abbracciasse qualcosa… o qualcuno… forse un amore.
Accudita dal destino delle cose, “lei” non c’era in quel suo ultimo abbraccio. Se l’era fregata un vagabondo, la sua chitarra.
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