Scritto da © matris - Ven, 18/05/2012 - 23:23
In quel tempo ti ho vista fuggire
scalza delle tue orme, angelica.
Alzo lo stendardo e cremo la solitudine
nel buio del cielo una sola stella rimane
ad aspettare il suo turno, conficcata
nel petto, rosa di spine aguzze.
Pace sconfinata sulla terra degli eroi
raggi di luna raschiano i camaleonti
e la pelle cambia ma non lascia traccia,
l'arancio dosa sicumera siciliana
nel parlare di zagare al tramonto.
Carsico l'approdo della voce ondeggiava
frequenze aritmiche, in lontananza vecchie
tracce divelte dal tempo assegnavano ruoli
nel rigore d'una regola, i monastici miserere..
nei manoscritti screziati d'arte il logos sentenziava.
Non insulterò più il diavolo accecato di rabbia,
pregherò la vita osservando il suono del silenzio,
il vento, avvolgere la notte ai fianchi la collina.
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