Il giorno sellò il suo cavallo a dondolo nel cuore di un cock Manhattan preso per buono nel retro bottega aperto a tutte le esperienze di vita, là importanza non diedi al pacino e al contenuto bu colico, bensì al gioco a forzare si la pariglia nel mescolatore divino al colico. Che spettacolo andare e venire senza muoversi più di tanto nel bosco del “mica” bello prenderlo a di rotto a braccia aperte sconsolato come un salice piangente.
"Trottavi a cavallo
di un dondolio scompassato
pensavi che la vita era corta
più del giro di tamburo della colt
esitavi a prendere il sigaro
infilato nella giubba
inseguivi al passo una traccia
un fil di fumo all'orizzonte
il candore sbiancato del sudore
era rena incollata al viso
una maschera di terra
stracciata dal sole
illuminata nel vasto deserto
il pozzo era lontano
quasi avresti voluto
non essere partito mai
il caldo regnava altero
quanto darei per una birra
quando sarà di nuovo notte
ed il mio riposo stanco
ad aspettare caldo il giorno".
M’inoltrai di fatto di brutto nel de da lo lo dan do lo a tutti senza farmi pregare depistandolo senza forzare là dove non c’era ne dolo ne un cavolo da fare.
Arran-cavo lo, dovevo e potevo spacciando la bamba-gia’ tagliata con il coton fioc chi di neve ferisce, di pura a paura bianca e sassosa è la via del farsi pfregare - perisce. Ero in apprensione nel farmi processare dal prete in occasione della Annunciata commemorazione di santa Lucia alla vigilia del natale dei diritti umani distorti da vabarak il 4 febbraio corrente vicino al presidente del vino Berlucchi e amico di parentela Rubata dal mazzo di cuori tenuto in saldo tra le mani e le ginocchia, misera e piccolina è la sorti-ggiana di turno di notte, al sommelier mancherà il cavallo a dondolo ma non la pa.roglia boccaccina tua statte zita, disdiceva alzando grate il Chiellini gallo e pecolella.
Il mio impegno divenne per tutto il mondo la poesia, ambito in cui il sotto scritto verseggiava a tutte le ore, il times, play boy, e tutte le riviste più volte, più diffuse sul pianeta a terra di idee.
Nessuno e polifemo mi avrebbe raggiunto in notorietà, pigliavo tutto io.
Ora che vedo il sole giocando a scacchi con le sbarre di plutonio impoverito dal costo della materia prima, piango la mia dulcinea e mi gratto la panza.
Ma la notorietà mi supera anche qui e presso la mensa ricevo sempre qualche panino e qualche azione buona di acqua-marcia quotata in borsa benefit.
E’ meraviglioso fare libri e vederli tutti andare a ruba senza prendere così un soldo.
E’ il mio destino di scrittore che mi oltrepassa, alzandomi il dito medio tutte le sante volte.
E' il fattore C mi dicevo, è il fattore C mi dicevano…. ma chi cavolo è sto fattore è.coli di merda.
Ho finito la carta bianca, ora è tutta nel cesso di scrivere per un po, ma ritornerò più grande di prima scelta. Aspettatemi ancora su questo blog… (ma non fa venire nausea questa parola).
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