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cose così

Piove

Piove
Ripiove, è nebbia, anzi
Sui tetti della scuola
Tegole
Dilagante carmisino
Tutto uguale per cui
I fili
Rimarranno a secco
Ahi
Diventeranno
Come le mimose
Credo
Ma ben vengano
Zefìri
A solleticare/ chiaro
 

Cose Così [all'infinito]

Con le mani
che ti prendo e affondo
             in secchi d'acqua piovana,
irroro i polsi e inumidisco
             le ossa fino al midollo.
Brividi,
costretti in corone di rovi,
confusi al verde e
             al nero delle more,
muovono in farfalle.
                        Sono lenzuola, ancheggiano
                                 in danza perpetua sul filo.
Ho il coraggio dell'amore dalla mia,
                        mi sussurra e
                                  mi trasporta dentro te.

[all'infinito]

Manuela

Collidere - II

Chi ti parla è ovunque?
E, se lo ascolti, sei in ogni suo luogo?
 
Che pena correggere
la ciclica delle confluenze.
 
Disinstallo la pelvica
dal mio ventre:
 
aduno mani e labbra
sulle fusa di quest’altrove domenica
e dispaio.
 

Collidere - I


Mi dicevi che non potevi fermare le braccia
al mio solo corpo
né un’ellittica ad un solo fuoco.
 
Avevo crampi di pancia
e la mente che straniava sulle cuccume.
 
Capivo il succo dal sale.
 
Smisi di colpo di raccogliere imperfezioni
nelle fasi a pinze di pelle.
 

Essere e non essere.

stordiscimi di profumi
confondimi di colori
primavera capricciosa
circonda i miei fianchi
di venti incerti tra freddo
e incipiente prossimo tepore
così ch'io possa sognare
di dare e ricevere amplessi
corroborare i pensieri
di speranze finitime
tra essere e non essere.
 

Cose Così [la casa bianca]

E' un bosco fitto che si staglia sopra il bordo dei miei occhiali, torma di conchiglie bottiglia su radici di terra rossa. Un movimento ondulato, come di rondine a planare, sospetto primaverile con in tasca  germogli acerbi.

Cose Così [di gelso]

Ha le ali impolverate di gelso, la tua farfalla rosa, e gli occhi verde lago incastonati nell'argilla. Vive per nutrirsi delle tue parole, s'abbevera alla fonte incollandosi. Nei valzer di vento e pioggia, piroetta fradicia e orgogliosa, impettita guarda avanti, e avanti ci sei tu, con i mazzi di rose negli occhi e il profumo che sai. Sei tu, ossigeno ed acqua, il sale, il sapore dei giorni decorosi. Togli il respiro e lo ridai, ondeggiando negli azzurri e fra le pieghe.
 
                                                                                               Manuela
 
 

E' prima_vera

 
il biancospino
dimentico della neve
alla quale ha rubato il candore
spumeggia al limitare

Cose Così [di Sara]

Sono i cavalli della giostra a lucidare il legno scolorito, consumato sulla sella. Un cielo chewing-gum, e noi dentro i vuoti nelle nostre maschere, sotto un tendone blu di stelle e pianeti, distanti, mai rassegnati all'ultimo spettacolo. Com'è che ridiamo per finta, e ci cola il salato degli occhi sul collo? Che fine hanno fatto i patti stretti in petto, puntellati di violette? In una primavera che ha il terrore di un addio, lo stesso freddo nella spina dorsale. Raccogliamo le forze nei soprabiti leggeri e coloriamo le unghie di ogni smalto che c'è da inventare. Lasciati i nasi finti sulle tavole, una soffiata di lucciole ci prenda in pieno e ci scuota, appena prima che s'accenda il sorriso nuovo. Ancora vita, e voglia di giocare.
 
 
A Sara, ispirata alla sua poesia di oggi
Manuela

Pensiero ... così.

 
quantunque lo pensi
e continuamente mi si dica
non risolvo che a forza ragionare
resettare i battiti all'ora legale
mi faccia meglio viver
di come e quando sognavo
era il mattutino a destarmi
ed il vespero la sera
ad addormentarmi.

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