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cose così

Uno di quei giorni

talvolta tornare
a quel telo bianco
appeso alla parete
sul quale scarabocchiare
qualsiasi pensiero o movimento
una prateria un mare un cielo
ovunque per dovunque
scendere dall'astronave
in un campo indiano sioux
sul ponte della Croce del Sud
del pirata Uncino
o solamente tra i rami
vestiti di bianco del melo
nel giardino di casa.
 

Di ciò che sarà poi

Quando si alzerà la tua figura
uno iato dal sorriso trasmuterà in costa al braccio alto
ti sembrerà una somma l’ultima soglia
traversata.
 
Penserò alla fuga dei polpacci
al tuono del profumo
alla grandine dei fiati
alla corsa delle spalle
alle coperte nuove che ti daranno cura.
 
Quando si alzerà il colore della tua assenza
come una figura
che mi accade
sarà un colpo secco lo sguardo ai cardini
 
cerimonia d’occhi col tight delle ciglia.
 

Speranza a fette

 Eri a terra sotto di me eri stanca, eri persa nei tuoi guai, eri lontana da te, eri morta al sole del pallido inverno, eri cosi distante immersa nel silenzio delle bugie e nel buio immenso delle domande che sputavi, eri la percezione del brivido in mezzo ai guai, un anima gravida incoronata dal fischio del vento che ti stringe e và.

Felice da morire

Lei aveva un rapporto quotidiano con la sua morte. Non che la desiderasse, non più di quanto avesse desiderato la vita, d'altronde. Solo che, come dire?, sapeva che prima o poi sarebbe capitato, così come le era capitato di nascere le sarebbe capitato anche di morire. In realtà accumulava anche quelli che adesso si chiamano "fattori di rischio" come se li collezionasse - questo ce l'ho, questo mi manca. Sicché si sarebbe potuto supporre un certo gusto per l'autodistruzione, ma non c'era compiacimento in questo, solo che non la vedeva come un rischio, la morte. Piuttosto come una certezza. Trovava stucchevoli tutte quelle dichiarazioni sul fatto che fumare o essere grassi accelerassero il processo: come si può accelerare ciò il cui tempo non è previsto né prevedibile? Non è come se gli esseri umani avessero una data di scadenza, ma solo se conservati in modo corretto. Solo, ad un certo punto, almeno finora, ed estrapolando dai precedenti, e senza voler porre ipoteche sul futuro, accade che muoiano.

Poeti - 1

1.
 
                                                      [Pessoa]
 
Poesie come fiumi di lava incandescente, 
magma nero e lapilli lucenti,
che tutto ricopre ed avvolge con lentezza ed inesorabilmente
- si solidifica in una massa che diventa pendio di montagna.
E dentro contiene tutto, tutto sotto specie di vuoto, di assenza,
le cose e le persone che in essa hanno esalato la propria materia,
evaporate al calore assurdo e potente dell’immaginazione
che ogni cosa crea ed ogni cosa distrugge.

Un piatto di pasta.

ora che tutte le foglie
stanno per lasciare il ramo
che quelle vecchie sono
dei miei lombi state humus
e questo vento non diraderà
i nembi i lampi che della tempesta
corredo fanno e ancora danno
non mi aspetto alcuna pasqua (*)
resto nel mio solo senza lagno
contento di quello che resta
del piatto di pasta
poco condito
che mi tocca.
 
* nel senso di Pesach = liberazione.
 

Evanescenza

E sono essere evanescente
fra le pieghe dei giorni, dei soli,
delle nuvole che scorrono
sull'immensa distesa
di un cielo al tramonto.
 
Alexis
21.03.2010

m'assedio sfinita

Finalmente pin
m'arrendo
 il tuo fresco riso
 è la migliore arma
per combattermi
e sta con me 
gemma primavera
ascoltandoti.
si è bruscamente risvegliata
e del sole ha aumentato i watt.
o mio zuccherino dolce
 mi sciolgo
a quel suono allegro che fai,
fai domino.
 si ripercuote tutto
e mulinello i fianchi
al ritmo di un flamenco.
ma non ho più vent 'anni
e le colonne che impediscono 
a vista l'accesso alla porta del tempio ,tremano,
come se un terremoto
interno e burlesco
volesse corromperle,
indecise sussultano
e in brividi raccolgono gocce fin sulle caviglie. 

Come opera [fra Uomo e Arte]

E scorrono pagine, fogli d'album intrisi di momenti accennati, aggrovigliati, fusi con le trame della vita in attesa di un pettine che li sciolga, come nodi fra i capelli.
I colori si fanno parole, pensieri inespressi o ermeticamente trascritti in linguaggi noti solo a pochi, se non a nessuno.
È uno scrigno, un forziere del cuore che non può essere aperto servendosi semplicemente di una chiave, d'oro od ottone che sia. È un libro che, per essere letto, non necessita di alcun alfabeto, di alcun codice, di nessuna norma, ma solo di silenzio, del silenzio della ragione, della razionalità.
È un fiore da cogliere che resta disperso e timido tra i mille fili d'erba che lo circondano, lo soffocano, lo nascondono agli occhi di chi si sofferma solo superficialmente sul mondo, non ne coglie l'essenza, la purezza del particolare, si accontenta della visione d'insieme sommaria, distratta, e non si cura di quelle pennellate che si susseguono una ad una freneticamente, che insieme formano, ognuna con la sua intima e peculiare diversità, l'unità, l'opera.
È il mistero d'ogni uomo in fondo, non solo il mio, come opere in musica, in poesia, in arte. Ogni singola parte è fondamentale per comprenderne il fluire, lo scorrere, il susseguirsi, il divenire. Ogni parola, nota, campitura partecipa dell'unità, dell'insieme, del tutto racchiuso nella forma sensibile che a tutti è dato vedere, ma a pochi è dato scoprire, comprendere.
È questione di sensibilità, infine.
 
Alexis
20.03.2010

Cantar di fiume

So di una donna
di pietra dura pura
ossidiana lucente
scheggiata dalla vita
lottata sudata conquistata
che si veste dei lai
di tutta una contrada.
graffiandosi l'anima
si squassa il cuore
per riempirsi la vita
di tormentato amore.
ha i piedi nel limo
quasi sinaptiche radici
col mondo delle piene
delle fatiche umili
per buscare il pane.
canta del suo fiume
sulle cui umide rive siede
tra canne fruscianti sogni
sulle prode di golene
immaginifico lido di sirene.
 
 
 
 

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