Scritto da © Axel - Sab, 17/10/2009 - 08:07
Dialogando con le Ninfee di Monet
Divido il disagio effimero
d'arcobaleni a svanire,
gioia dipinta d'aria liquida
in castoni di lacrime pure,
a ricordare l'essere dolce
nell'amaro esistere,
stracciando l'autunno
di ogni primavera.
Sottraggo la neve
dei giorni caduti
quasi per caso,
dalle arcane simmetrie
rovinate in croce al petto,
nel caotico dissenso
d'una ragione puttana.
Moltiplico le stelle
chiomate da punti
interrogativi in espansione.
vortici d'edera e spina
a serrare il cappio
ai polsi e alla gola,
uccidendo i gesti e le parole.
Così aggiungo la mia ombra,
alla natura morta
di un mare di vetro
sotto un cielo di pietra.
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