Scritto da © Giuseppina Iannello - Ven, 10/05/2019 - 17:44
O dolce mamma,
il Tuo splendor
s’effonde
in una luce d’oro,
a volte rosa,
quando vengo a trovarti
nel soggiorno
e tu mi dici:
“Stai tranquilla.”
Tu mi sorridi;
bacio la tua foto.
E gli occhi…
Gli occhi tuoi
sì tanto belli,
sono il cielo di stelle
che contemplo.
Noi ci abbracciamo;
tu, mi stai dicendo:
“Non angustiarti, figlia,
per quella malattia...
So bene…
Mi racconti
quel mistero, per il quale nessuno
vuol curarti.”
Mamma,
nessuno m’ebbe sfiorata mai.
E in questi dieci anni,
ben tutti hanno giocato
al gioco dei babbei.
Lascio la terra nel silenzio;
ma forse leggeranno
sul mio avello,
una “inconsueta” accusa.
“Figlia so tutto…
Sento il tuo tremore…
Però ti dico ancor:
non ti agitare.
Con la l’aiuto di Dio,
bambina mia,
il male svanirà.
E sappian quei malvagi,
l’orror d’ogni bugia.”
O madre, io ti ringrazio.
Ricevi questi fiori.
Ricevi la gardenia,
pura come il tuo cuore.
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