Scritto da © Giuseppina Iannello - Lun, 06/11/2017 - 10:14
Dedicata a Giovanni Pascoli
Con compostezza
e lacrime di perle
salutava l'Italia
il suo Poeta.
E chi non si contenne,
vide in gemme,
cangiarsi il proprio
pianto.
Ci fu una bufera
di grandine
e di vento...
Poi...
S'acquietava
il tempo
e trasformava
la grandine disciolta
in gocce di rugiada.
Si apriva il cielo:
e lacrime di sole
rigavano le guance
dei tuoi poeti.
Ci sono anch'io,
la “figlia” che
non c'era...
E, dalla mia vettura,
silenziosa, guardo i
tergicristalli discendere
e salire; guardo il corteo
di macchine;
lo seguo...
E piango
sulla salma...
Poeta,
sei nel cielo
ed io,
sono felice:
ricevi la mia rosa:
per te,
una rosa bianca,
libera dalle spine,
per te,
una rosa azzurra,
che vuole solo dire:
non mi lasciare mai.
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