Scritto da © Giuseppina Iannello - Ven, 03/02/2017 - 16:51
Io ti ricordo sempre, zia Maria,
esile fiore della tua Baviera,
fragile cuore dell'Italia mia,
Italiana anche tu.
Io ti rivedo alla veranda antica,
quando estasiata,
il tutto contemplavi;
mistiche rose
che natura offriva...
Fiore di pesco, fiore di gaggia...
E quanto verde, quale meraviglia!
Bianchi e sottili,
i bei capelli avevi
e li avvolgevi
nel chinon grazioso;
il volto dolce,
quasi di bambina.
Per i tuoi occhi,
color d'acqua marina,
Natura ti elargì
di un fior cilestre:
era il miosótis,
come nella veste
turchina, e sparsa
di minute gemme.
“Oh qual dono di Dio!
Son cento? Mille?
Pinuccia, vieni.”
E stringendomi al petto mi dicevi:
“Son delicati, celestiali... belli
noi li chiamammo
gli occhi di Maria.
Un giorno scriverai
la nostalgia
che al mio cuor si richiama.”
La voce s'interruppe
nell'incanto dell'azzurra poesia.
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