Scritto da © Rinaldo Ambrosia - Gio, 02/02/2017 - 00:02
Amami così, con le palpebre socchiuse
e un sorriso disteso
tra giorni vissuti
nei luoghi remoti,
analoghi a trattori
che rincorrono falene.
Amami così, confusa tra la notte e il giorno,
con rotolanti pensieri
che gracidano in stagni assenti,
ombre che si muovono tra
ricci spenti da copertoni in fuga.
Amami così, senza il timore del domani,
tra spazi liberi
e remote istanze,
duettando nei muti silenzi
dai colori accesi,
immersa nei brividi della notte.
Amami così, in quegli istanti nostri, dove la sera fuggiva verso l'ignoto e noi ci confondevamo tra le nostre parole. C'era tutto un emergere di momenti, istanti del nostro vissuto che si incrociavano con il presente. Tu eri lì, e sorridevi contro le intemperie della vita. Eravamo dei sognatori. Ricordi? Passeggiavamo immersi in quel pacato autunno, tra i campi solcati dall'aratro dei trattori, ricorrevamo sogni simili a falene che si incrociavano sui nostri pensieri.
Confondevamo la notte e il giorno tra le parole che fuggivano dalle nostre labbra e si facevano ardenti attimi di vita. Erano suoni che si alzavano da stagni immobili. Le parole fuggivano dalle nostre bocche come il solfeggio dei nostri baci. Erano auto lanciate in corsa, copertoni in fuga. Traguardi tagliati di una gara senza fine.
Amami così, oggi come allora, senza il timore del domani, libera di scavalcare il futuro, e viva nel suono delle tue parole e dei tuoi silenzi, perché con la tua presenza colori il giorno, dissipando i brividi della notte.
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